Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Un’archeologa ha fatto una mostra di liste della spesa
Lucy Ireland Gray è un’archeologa, nessuno meglio di lei sa che quel che rimane di una civiltà sono spesso gli oggetti quotidiani, minuscole testimonianze di vita vissuta che gli studiosi come lei usano poi per ricostruire e raccontare il passato. Cosa resterà del nostro tempo, della nostra civiltà, deve essersi chiesta spesso Gray. E alla fine si è anche data una risposta: resteranno le liste della spesa, il più quotidiano e banale degli oggetti. Ed è per questo che l’archeologa ha deciso di realizzare un’intera mostra fatta soltanto di vecchie liste della spesa: liste della spesa che ha trovato lei, raccogliendole per strada, o che le hanno mandato amici e conoscenti per aiutarla nella realizzazione del progetto.
Come riporta il Guardian, Gray ha cominciato a raccogliere il materiale per la mostra nel 2016: il primo “reperto” fu una lista della spesa ritrovata sul marciapiede davanti a un locale, il Sainsbury’s, di Bishop’s Stortford, la sua città natale. All’inizio pensava si trattasse di un bigliettino con sopra scarabocchiato un qualche tipo di disegno, solo dopo si è accorta che su quel pezzo di carta erano segnate anche tutte le cose necessarie alla vita domestica di chissà quale famiglia in chissà quale casa. Da quel momento, le liste della spesa sono diventate per lei una vera e propria ossessione: negli anni successivi la sua collezione personale è arrivata a contarne più di trecento. Gray ha detto che per lei non si trattava di un semplice hobby, perché questa peculiare forma di collezionismo le ricordava molto il suo mestiere di archeologa: «Il processo è simile: trovi un oggetto che è stato buttato via e lo ricostruisci», ha detto.
Ed è così che un hobby è diventato una mostra per il Museum of Brands di Londra che aprirà l’8 ottobre con il titolo “Aide-mémoire: Shopping Lists”. Gray ha raccontato che ci ha messo tanto a raccogliere tutto il materiale necessario per la mostra a causa del Covid: durante i lockdown, infatti, le operazioni di pulizia nei negozi e nei supermercati erano diventate talmente ossessive che trovare uno scontrino accartocciato e gettato per terra era diventato impossibile. I pochi foglietti che ha ritrovato in quel periodo li ha definiti commoventi perché leggendoli si capiva che erano appartenuti a persone che stavano facendo la spesa per altri, magari per un vicino anziano o un amico bloccato in isolamento. È per questo che Gray si è affezionata tanto a questo progetto: perché «Questa storia non riguarda solo fare la spesa, riguarda la vita. Questo è il bello».