Hype ↓
18:09 martedì 29 aprile 2025
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.
Il nuovo album di Kamasi Washington è la colonna sonora di un anime Non di uno qualsiasi, però: parliamo di "Lazarus", la nuova serie di Shinichiro Watanabe, l'autore di "Cowboy Bebop".

Italietta a chi?

08 Agosto 2011

Mentre la linea che separa gli anglofili dagli anti-italiani si fa sempre più sottile, Antonio Polito rivendica il diritto a collocarsi tra i primi ma non tra i secondi. A contestare Berlusconi come Presidente del Consiglio senza scadere nel cliché del “certe cose possono accadere solo in Italia.” Lui che ha cominciato a farsi un nome quando era corrispondente a Londra per Repubblica, che ha fondato e diretto per anni il Riformista: “Dobbiamo essere capaci di colpire senza mai gridare, come nei quotidiani anglosassoni,” ci ripeteva durante le riunioni di redazione della prim’ora, mentre riempiva di tabacco la sua pipa molto British.  ”E se becco qualcuno a sbagliare lo spelling di una parola inglese…”

Oggi Polito è editorialista del Corriere della Sera. La nostra chiacchierata parte proprio da un suo editoriale, pubblicato in prima pagina sul Corriere. In cui, rispondendo a un articolo di Tim Parks per il New Yorker secondo cui le “stravaganze” della politica italiana avrebbero le loro radici in un’Unità “fasulla e immeritata,” Polito rivendica il diritto a difendere l’immagine dell’Italia come una democrazia funzionante e matura, indipendentemente da (o nonostante) Berlusconi. “La polemica pubblica anti berlusconiana sconfina sempre più spesso in una contestazione delle basi stesse dello Stato democratico e unitario,” scrive Polito. “Come se solo in una nazione fallita potesse verificarsi un simile fenomeno politico.”

A quasi tutti gli italiani che sono stati di recente all’estero è capitato di sentirselo dire: “Come mai avete ancora Berlusconi?”

Già, è diventato una sorta di ritornello. Il problema è che sottintende un giudizio molto grave, secondo gli italiani sarebbero un popolo prono e l’Italia una non-nazione, nata da congiunture storiche prive di fondamento che dimostrerebbero la nostra mancanza di virtù civiche, la nostra capacità di sopportare dai governanti cose che altrove non sarebbero tollerate.

Ebbene, io mi ribello a questa interpretazione storica non vera. L’Italia ha dimostrato di essere capace di grandi momenti collettivi, dall’alluvione di Firenze al terremoto dell’Aquila, di episodi di riscatto nazionale, come durante la Resistenza e la nascita della Repubblica. Per non parlare del lungo periodo del miracolo economico, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando il mondo guardava esterefatto una nazione uscita distrutta dalla guerra risollevarsi in meno di 15 anni.

E se vogliamo parlare di presente, esistono regioni italiane dove le virtù civiche si collocano ai livelli dell’eccellenza europea: mi riferisco alla Lombardia, all’Emilia, o alla Toscana.

Già, però su un punto mi sembra difficile concordare con te: da noi non si accetta forse dai governanti cose che altrove in Europa sarebbero inaccettabili?

Davvero? Gli inglesi si sono fatti sculacciare per undici anni da Margaret Thatcher. C’è tutta una letteratura che sostiene che la Thatcher evocava la fantasia erotica dello spanking e che per questo gli inglesi continuavano a votarla: evidentemente questa perversione gli piaceva. Volendo, si può fare un’analogia con le barzellette sconce di Berlusconi  che piacciono agli italiani.

Poi, dobbiamo prendere atto che molto italiani non sopportano Berlusconi, lo votano perché gli piace. Poi c’è chi si tura il naso e lo vota perché, nel calcolo del dare e avere, un Berlusconi imbarazzante è sempre meglio dell’alternativa. E infine c’è chi si è stufato di turarsi il naso. Berlusconi è certamente più imbarazzante, più risibile, di molti governanti europei. Ma bisogna anche ammettere che molti tratti del berlusconismo sono stati copiati da altri leader europei. Vedi Sarkozy.

Lungi da me difendere Berlusconi, so che è imbarazzante, vorrei un altro primo ministro. Quello che rifiuto è che incarni la dimostrazione di una presunta inferiorità italiana.

Il Ruby-gate avrebbe portato alle dimissioni immediate altrove, non trovi?

Trovo una faccenda gravissima che il presidente del Consiglio sia accusato di avere indotto alla prostituzione una minorenne. Questa faccenda deve andare fino in fondo, non può ridursi a un nulla di fatto o a una prescrizione: gli Italiani hanno il diritto di sapere chi ha ragione. E credo che se Berlusconi dovesse essere dichiarato colpevole, è inimmaginabile che continui a fare il Presidente del Consiglio. D’altro canto la gravità delle accuse è tale che, se Berlusconi dovesse essere assolto, starebbe al Procuratore capo di Milano dimettersi.

Antonio, tu hai fatto a lungo il corrispondente da Londra, io ho lavorato per anni per testate americane dall’Italia. Sai benissimo che i giornalisti stranieri sono spesso messi sotto pressione dai loro editor per dare un’immagine un po’ sterotipata dell’Italia e del dossier Berlusconi. È quello che vuole il pubblico, non ci si può fare niente…

Lo so, e la cosa non vale solo per l’Italia. Quando stavo a Londra mi ricordo che molti miei colleghi italiani non facevano altro che prendere in giro gli inglesi per le loro bizzarre abitudini, per le vicende della famiglia reale… È la classica sindrome da corrispondente straniero, che colpisce soprattutto i giornalisti pigri: cercare a tutti confermare a tutti i costi i cliché dei propri lettori.

Il problema è che qui in Italia i giornalisti stranieri pigri sono istigati anche da un pezzo di Italia, da una élite che guarda al resto del paese alzando un sopracciglio, che crede veramente che non siamo una democrazia matura. Tim Parks ha scritto un articolo colto, si vede che legge i giornali italiani e frequenta i salotti dell’intellighenzia italiana: è da lì che probabilmente ha preso la sua analisi dell’Italia come una non-nazione.

Però mi ricordo che tu in alcuni casi non hai esitato a denunciare l’eccezionalità italiana su alcune cose. Per esempio una volta hai scritto che “in nessun posto del mondo civile”, la pubblicità e la tv fanno uso del corpo femminile nella misura in cui questo accade in Italia…

E ne sono ancora convinto! Mica voglio dire che dobbiamo essere ciechi davanti alla critica. In Italia si fa un uso del corpo femminile che non trova paragoni in Europa e reagire con un’alzata di spalle alle critiche che vengono anche dall’estero è sbagliato.

A questo punto sono un po’ confusa. Criticare l’Italia, dire che siamo un’eccezione, va bene, ma non troppo?

Senti, io resto il solito vecchio brontolone. Sono sempre pronto a criticare l’Italia, specie sui costumi e sulla politica estera e molte altre cose. Ma questo non mi impedisce di contestare che l’Italia sia nata per sbaglio.

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.