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Amazon ha usato l’AI per rendere Alexa capace di esprimere opinioni
Da quando abbiamo conosciuto ChatGPT, tanti si sono chiesti in quanti modi l’intelligenza artificiale ci avrebbe semplificato la vita: può tradurre, scrivere ricette, sintetizzare testi, generare immagini, creare il profilo perfetto per Tinder, scrivere email o pianificare tutte le tappe di un viaggio. Altrettanti, scrittori in primis, si sono chiesti se le macchine ci avrebbero rubato il lavoro. Alcuni considerano l’AI poco più di un pappagallo. Henry Kissinger si è detto preoccupato dalla possibilità che l’AI sia l’inizio della fine del mondo. Jeff Bezos pensa, per la sorpresa di nessuno, che l’intelligenza artificiale potrebbe farlo diventare ancora più ricco, invece. Amazon, infatti, mercoledì 20 settembre ha presentato l’ultimo modello dell’assistente vocale Alexa. La novità è che questa nuova versione non acquisirà le sue informazioni solo da internet, ma anche tramite l’AI, così da essere «più intelligente e loquace». Al centro della novità ci sarebbe proprio un rinnovato modello linguistico, che renderà le conversazioni con Alexa più realistiche. Il nuovo assistente vocale sarà anche dotato di una telecamera, in modo da identificare e processare anche stimoli non verbali. Lo stesso vicepresidente di Amazon Dave Limp non ha esitato a definire questo nuovo dialogo “quasi umano”.
Questo livello di profilazione permetterà ai clienti di avere un assistente altamente personalizzato e attento a quello che succede nel mondo reale, fa notare Hypebeast. Nell’articolo si legge anche che Alexa sarà in grado di festeggiare i successi delle persone e addirittura «esprimere con passione le proprie opinioni». A questo punto è legittimo chiedersi che opinioni e soprattutto nate da quale intelligenza non artificiale. Dei giornalisti del Washington Post, giornale di proprietà del fondatore di Amazon, che hanno partecipato alla presentazione, però, dicono di non esserne rimasti particolarmente affascinati. Uno dice di aver sentito la macchina dare risposte incoerenti, a tratti addirittura ignoranti, e a tempi di risposta ben superiori a quelli umani. Il vicepresidente ha poi annunciato che questo modello, che sarà disponibile già quest’anno, non è che l’inizio di un viaggio alla scoperta delle potenzialità dell’AI. Si prevede che i prodotti che seguiranno saranno «molto più proattivi», avendo raggiunto un grado di profilazione altissimo.