Più che il disagio adolescenziale, la serie Netflix descrive l'impotenza e l'inadeguatezza di genitori e istituzioni di fronte a giovani magari vicini fisicamente, ma mentalmente più lontani che mai.
Adolescence verrà mostrato in tutte le scuole medie inglesi
Un'iniziativa appoggiata dal Primo ministro inglese, Keir Starmer.

Adolescence è diventata molto di più di una serie tv, tanto che ormai tutti usano la parola “fenomeno” per descriverne l’impatto sul dibattito pubblico. Molto più di una serie tv, tanto che in Inghilterra si è deciso di farla vedere a tutti gli studenti delle scuole medie del Paese. Lo ha confermato il Primo ministro Keir Starmer, che ha detto che far vedere la serie agli studenti «li aiuterà a capire davvero cos’è la misoginia, quanto grande sia il rischio della radicalizzazione online e quanto importante sia la capacità di costruire relazioni sane».
Starmer aveva già parlato di Adolescence, poco dopo l’uscita su Netflix e prima che diventasse la serie che tutti stavano guardando. Il premier inglese aveva detto di averla assieme a suo figlio, che ha 16 anni, e a sua figlia, 14enne. «Devo ammettere che è stata un’esperienza difficile, perché quello che succede nella serie può succedere davvero ovunque e praticamente a qualsiasi figlio. […] Questa sensazione che i figli, i maschi soprattutto, vengano risucchiati da questo mondo. […] Ovviamente non c’è un’iniziativa politica che possa risolvere subito, facilmente questo problema. Perché è molto più di una questione politica. È un fatto culturale, e quindi lo dobbiamo osservare con uno sguardo diverso, dobbiamo lavorarci come società, discutere. È per questo che sono così contento che Adolescence verrà proiettato nelle scuole, gratuitamente, perché penso che i giovani debbano vederlo».
Starmer ha anche incontrato, lunedì 31 marzo, il creatore della serie Jack Thorne e il produttore Jo Johnson. Negli scorsi giorni, Thorne aveva espresso proprio il suo desiderio di portare Adolescence nelle scuole inglesi e di incontrare i ragazzi e le ragazze per parlarne con loro.

Se in Occidente la cancellazione dei famosi sembra essere parte del passato, per quanto recente, in Corea del Sud è sempre esistita e non se n’è mai andata. Ha anche avuto esiti tragici, come nel caso dell’attrice Kim Sae-Ron.