«Se sei una donna non andare a Malta»
Andrea Prudente è americana, fa la fotografa e fino a un paio di settimane fa era in vacanza a Malta assieme al suo compagno per festeggiare il prossimo arrivo della loro prima figlia. Prudente, infatti, era arrivata sull’isola alla sedicesima settimana di gravidanza. Durante la vacanza, però, ha avuto un aborto spontaneo e i medici dell’ospedale Mater Dei della città di Msida le hanno subito detto che per la bambina non c’erano più speranze di salvezza. Quegli stessi medici, però, le hanno anche detto che finché il cuore della bambina avesse continuato a battere, loro non sarebbero intervenuti per interrompere la gravidanza, nonostante in quelle condizioni Prudente fosse ad altissimo rischio di emorragie e infezioni potenzialmente mortali. Malta è l’unico Paese dell’Unione Europea a vietare l’aborto in qualsiasi circostanza. Tutto quello che il personale ospedaliero ha potuto fare per Prudente è stato affiancarle un grief counselor. «È come rivolgersi a un Ptsd counselor mentre la battaglia è ancora in corso», ha dichiarato poi Prudente al Guardian.
Ci sono volute due settimane perché Prudente riuscisse a scappare da quella che era diventata una vera e propria trappola. Ha lasciato Malta a bordo di un elicottero ambulanza, è atterrata a Maiorca assieme al suo compagno Jay Weeldreyer e solo a quel punto la donna ha potuto interrompere la gravidanza e dire addio a sua figlia. Durante lo scorso fine settimana, Prudente è stata dimessa dall’ospedale maiorchino e ora sta recuperando le forze in attesa del viaggio di ritorno a Seattle. Ha detto di sentirsi ancora debole ma che pian piano le sua condizioni migliorano. Per come si erano messe le cose a Malta, la sua sopravvivenza non era affatto scontata. Se Prudente e suo marito sono riusciti a lasciare l’isola, infatti, è stato solo grazie all’assicurazione che avevano sottoscritto prima di partire per il loro viaggio nel Mediterraneo. L’agenzia a un certo punto ha deciso che la donna stava correndo un rischio tanto grande da giustificare l’invio di un elicottero con a bordo un medico per assicurarne l’arrivo a Maiorca. Weeldreyer ha ricordato i giorni in cui non sapevano cosa sarebbe successo dicendo che: «Se conoscete una donna, se amate una donna, se avete intenzione, prima o poi, di conoscere o di amare una donna, se siete una donna: non andate a Malta».
La legge che nel 2022 vieta alle donne maltesi e a quelle che si trovino sul territorio maltese di abortire è stata scritta nel 1850. Secondo questa legge, le donne che abortiscono rischiano fino a tre anni di galera, i dottori scoperti a praticare aborti fino a quattro e la loro licenza professionale diventa automaticamente carta straccia. Isabel Stabile è una ginecologa che ha raccontato di essersi trovata, solo nei primi sei mesi di quest’anno, in due situazioni identiche a quella di Prudente. Quasi identiche, in realtà: in questi due casi le donne coinvolte erano maltesi, quindi l’unica cosa da fare era aspettare che il cuore del bambino/a smettesse di battere. Stabile fa parte di un’associazione, Doctors for Choice Malta, che nelle scorse settimane ha lanciato una petizione per chiedere una modifica alla legge sull’aborto in vigore sull’isola. L’hanno firmata, per il momento, 135 medici. Il 60 per cento dei medici maltesi è d’accordo con la possibilità di interrompere la gravidanza nei casi in cui la vita della madre sia a rischio e la sopravvivenza del feto sia invece impossibile.