Hype ↓

Le email di Philip Roth su Donald Trump

23 Gennaio 2017

Nel 2004 usciva negli Stati Uniti The Plot Against America (nel 2005 in Italia per Einaudi con il titolo Il complotto contro l’America), primo e unico romanzo ucronico di Philip Roth, molto citato in questi mesi di ribalta e ascesa al potere di Donald Trump. Citato perché il romanzo, partendo dal classico What if… – ovvero: “cosa sarebbe successo se” – immagina la vittoria alle elezioni presidenziali americane del 1940 di Charles Lindbergh, famoso aviatore sospettato di simpatie naziste. Nell’ipotesi romanzesca, Lindbergh pone gli Stati Uniti su un piano di neutralità rispetto alla Seconda guerra mondiale, diventando di fatto un alleato della Germania nazista e del Giappone. Il tutto viene visto e raccontato dal microcosmo di una famiglia ebrea di Newark.

La coincidenza più che grande è che il vero Lindbergh, un isolazionista, fu autore di uno slogan “America first”, che poi è stato utilizzato da Trump per la sua campagna presidenziale. Partendo da questo, Judith Thurman staff writer del New Yorker, si è chiesta quale fosse il vero pensiero di Philip Roth su Trump e la sua elezione. Gli ha quindi mandato delle domande via mail, a cui il grande scrittore americano ha risposto.

«È più facile spiegarsi l’elezione di un immaginario Charles Lindbergh che quella reale di Donald Trump. Nonostante simpatie naziste e razzismo, Lindbergh era comunque  un eroe dell’aviazione che aveva dimostrato grande coraggio e persino genio nel suo campo, attraversando l’Atlantico nel 1927. Aveva personalità e sostanza e, insieme  a Henry Ford, fu l’americano più famoso della sua epoca. Trump è un genio della truffa».

L’autore di Pastorale americana dice anche che niente, neanche le presidenze Nixon e Bush, possono raggiungere l’impoverimento umano di Trump: «ignorante di politica, scienza, storia, filosofia, arte, […] possiede un vocabolario di settantasette parole che è più appropriato chiamare jerkish che english». «Il mio romanzo, comunque», ha chiosato Roth, «non è stato scritto come un avvertimento».

Articoli Suggeriti
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Leggi anche ↓
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Calenda: Endgame

Dopo il pessimo risultato alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, l'ascesa del leader di Azione sembra essersi bruscamente interrotta, tra candidature incomprensibili e sfuriate contro gli elettori.

di Studio
Tre giovani business che vogliono cambiare le regole, dal vivo, con Studio e Apple

Nello store Apple di piazza Liberty a Milano, nei primi tre giovedì di marzo Rivista Studio racconterà i protagonisti di tre realtà imprenditoriali che hanno innovato i propri ambiti.

Da Penguin Random House si stanno dimettendo tutti i dirigenti