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Le teorie dei fan di The OA per spiegare la serie

10 Gennaio 2017

La recente serie The OA, messa online su Netflix lo scorso dicembre, ha creato una nicchia di appassionati che indagano sui suoi presunti significati nascosti e sulle sue implicazioni. La complessità e l’indeterminatezza della storia, a dire il vero, si prestano bene a questo fine: la protagonista è una giovane donna non vedente, Prairie Johnson, che dopo essere data per scomparsa per sette anni, improvvisamente ricompare nella cittadina dove è cresciuta e si rifiuta di raccontare all’Fbi cosa le sia accaduto. E da quando è tornata, Prairie è in grado di vedere. La trama densa di misteri – che per la sua atmosfera è stata paragonata a un’altra serie di Netflix, Stranger Things – ha creato una community di «fan complottisti che discutono e si scambiano interpretazioni su Reddit» ha notato Vulture, che per la delizia dei suoi lettori ha «raccolto alcune speculazioni complottiste, che vanno dal significato di quello strambo titolo alle domande di quanto la trama possa essere reale», giudicando anche la verosimiglianza di queste ipotesi.

Il titolo della serie, si scopre a un certo punto, deriva dal nome che la protagonista assume: “OA”, che, lei rivela, sta per “original angel”, o angelo originale. Su Reddit però si sono diffuse svariate teorie su possibili significati diversi. Secondo alcuni per esempio le due iniziali sarebbero anche un riferimento alle lettere greche alfa e omega, che hanno una valenza particolare nella simbologia cristiana («Io sono l’alfa e l’omega» disse Gesù). Altri invece fanno notare che la serie si chiama The OA, e non semplicemente OA, e da lì provano a sostenere che il titolo potrebbe indicare anche “dead on arrival”, cioè che l’intera storia è raccontata da una prospettiva ultraterrena.

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Al di là del titolo, poi c’è chi sostiene che la trama si svolge tutta nella testa di Prairie, la protagonista, che avrebbe proiettato la sua coscienza di ragazza dispersa, personificandola nei suoi compagni di prigionia del laboratorio di Hap (d’altronde è lei stessa a dire del personaggio a lei più vicino, «Homer, I think I made you up»), che in realtà non sarebbe mai esistito. Altri fan sostengono che la serie è ispirata al mudra, una pratica spirituale buddista e induista, che giustificherebbe le danze di cui Prairie e gli altri reclusi si servono per alterare il corso del tempo e riportare in vita i morti. Questo è un fatto, scrive Vulture, visto che il simbolismo di questo tipo era di certo nelle intenzioni della creatrice della serie, che è anche l’attrice protagonista, Brit Marling. Ma saperlo, di per sé, non aggiunge molto all’interpretazione della storia.

Ancora, alcuni fan sono convinti che i libri trovati dall’Fbi sotto il suo letto, che proverebbero che Prairie sta mentendo e si è immaginata tutto, sono in realtà stati posizionati lì dallo stesso servizio di polizia federale: d’altronde Prairie, nata in Russia e cieca dall’infanzia, non poteva aver imparato a leggere in inglese, né ne avrebbe avuto il tempo e il modo una volta riacquisita la vista. Questa lettura è logicamente ineccepibile, scrive il magazine, e se forse non è una spiegazione, può di certo essere la sottolineatura di un buco grossolano nella trama.

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