Hype ↓

Dieci anni di terrorismo a Baghdad in una mappa

04 Luglio 2016

Un pulmino pieno di esplosivo si è fatto saltare in aria nel centro di Baghdad nella notte tra sabato e domenica, mentre gli abitanti della capitale irachena celebravano il Ramadan, il mese islamico che prevede il digiuno durante la giornata e festeggiamenti collettivi dopo il tramonto. L’attacco terrorista è stato rivendicato dallo Stato islamico e ha ucciso almeno 143 persone, stando alla stima del New York Times. Secondo la Cnn invece i morti sarebbero almeno 200: il bilancio è stato fornito dal vicecapo della commissione per la sicurezza di Baghdad, Mohamed al-Rubaye‎.

In ogni caso, si tratta di uno degli attentati più letali della storia dell’Iraq: il Nyt lo ha definito il più grave dal 2009 e uno dei peggiori dal 2003, data di inizio della campagna militare americana che ha deposto Saddam Hussein. Seppure con intensità alterne, negli ultimi 13 anni il Paese mediorientale è stato colpito da violenze settarie e attacchi terroristici praticamente senza sosta. A poche ore dall’attentato Ian Bremmer, un analista di politica internazionale molto quotato e con più di 185 mila follower su Twitter, ha postato sul social network una mappa, divenuta virale, che rende l’idea delle proporzioni.

In realtà il tweet di Brenner contiene delle imprecisioni, segnalate da vari utenti. L’analista riprendeva un’immagine diffusa su Twitter da Reza H. Akbari dell’Institute for War and Peace Reporting. A sua volta però Akbari aveva preso la mappa da un articolo del Guardian che, a partire da dati diffusi da WikiLeaks, aveva conteggiato tutte le morti per terrorismo: non soltanto le autobomba, ma anche gli esplosivi improvvisati e quelle causate da armi da fuoco.

I dati del Guardian inoltre riguardavano un periodo relativamente ridotto: dal 2003 al 2009. Se i numeri davvero riguardassero l’«ultimo decennio» come sosteneva ha sostenuto Brenner, allora è probabile che la mappa sarebbe ancora più impressionante.

Una veduta di Baghdad nel marzo del 2013 (Ali Arkady/Metrography/Getty Images)
Articoli Suggeriti
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Leggi anche ↓
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Calenda: Endgame

Dopo il pessimo risultato alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, l'ascesa del leader di Azione sembra essersi bruscamente interrotta, tra candidature incomprensibili e sfuriate contro gli elettori.

di Studio
Tre giovani business che vogliono cambiare le regole, dal vivo, con Studio e Apple

Nello store Apple di piazza Liberty a Milano, nei primi tre giovedì di marzo Rivista Studio racconterà i protagonisti di tre realtà imprenditoriali che hanno innovato i propri ambiti.

Da Penguin Random House si stanno dimettendo tutti i dirigenti