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Da Anna Wintour al Dalai Lama: chi aiutò Hillary a superare il tradimento di Bill

03 Maggio 2016

L’importanza delle reti di supporto è un’idea ricorrente nella storia politica di Hillary Clinton. Nel 1996 ha pubblicato il saggio “It Takes a Village” che alcuni vedono come il suo manifesto politico, dedicato ai problemi e ai diritti dell’infanzia: il titolo è ispirato al proverbio “it takes a village to raise a child”, a sottolineare il ruolo della comunità nella formazione e nella protezione dei più piccoli. Quando ha annunciato la candidatura alle primarie lo scorso febbraio ha esplicitamente ripreso il concetto di «villaggio» come «società inclusiva», intesa nel senso economico ma anche umano: quello che permette agli individui di andare avanti, ha detto nel suo discorso, è «la gentilezza da parte di qualcuno a cui importa di noi».

Recentemente il Washington Post ha fatto notare che è stato proprio il sostegno morale da parte di una rete di supporto a permettere a Hillary di superare il momento difficile dei tradimenti pubblici del marito Bill. In un articolo, titolato con studiato citazionismo “The village that helped Hillary Clinton move past Bill’s infidelity”, Lisa Bonos ripercorre il ruolo fondamentale di vecchie amiche, come Diane Blair e Betsy Ebeling, che si strinsero attorno all’allora first lady, ma anche di figure celebri che le offrirono il loro sostegno in pubblico e in privato. Tra queste figurano Anna Wintour, Stevie Wonder, Nelson Mandela e persino il Dalai Lama.

God's Love We Deliver 2013 Golden Heart Awards Celebration - Cocktails

Nel suo memoir del 2004 Living History, Hillary ricorda per esempio come Stevie Wonder fosse passato dalla Casa Bianca per farle ascoltare una canzone che parlava del «potere del perdono» e scritta appositamente per lei: «È stato uno dei gesti più gentili che qualcuno abbia fatto per me in quel momento difficile» (la canzone è probabilmente “Walk On Water“, mai pubblicata). Anna Wintour le propose di posare per Vogue. Quell’esperienza «ha fatto miracoli per il mio umore», ricorda Clinton. «Per un giorno ho potuto rifugiarmi in un mondo di makeup artist e di alta moda. Le fotografie di Annie Leibovitz erano bellissime e mi hanno dato l’opportunità di essere bella anche quando stavo malissimo».

Clinton meets with the Dalai Lama

Nella sua autobiografia Hillary ha anche raccontato di avere ricevuto dal Dalai Lama un incoraggiamento a «essere forte e non arrendersi alla rabbia e al dolore» e di avere tratto ispirazione da un discorso di Nelson Mandela sull’importanza di perdonare. È anche ricordata la publisher del Washington Post Katharine Graham, che «ha dovuto pure lei confrontarsi con l’infedeltà del marito», e invitò Hillary a pranzo.

Nelle immagini: Hillary Clinton e Anna Wintour in una cena di gala nel 2013, Bill Clinton incontra il Dalai Lama nel 2000 (Getty)
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