Hype ↓

La deregulation della produzione del vino in Francia

01 Marzo 2016

La Francia è una delle patrie del vino, ma una sua legge in vigore fino ad oggi ha ristretto la coltivazione di viti ad alcune aree del suo territorio nazionale: zone tradizionalmente legate alla cultura enologica come l’Aquitania, la Borgogna, lo Champagne sono le uniche dove i vini francesi possono essere prodotti in scala e rivenduti anche all’estero.

Come nota Quartz, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare l’area di Parigi non è fra quelle in cui è permessa la vinificazione; i celebri vigneti del quartiere parigino di Montmartre, infatti, sono poco più che installazioni turistiche (ogni anno il frutto della vendemmia è venduto in un’asta di beneficenza), e le altre vigne dislocate nella zona della metropoli sono destinate esclusivamente al consumo personale.

FRANCE-WINE-MONTMARTRE

Una recente direttiva europea sul tema ha tuttavia cambiato le carte in tavola, rendendo possibile la coltivazione di uve più o meno su tutto il territorio nazionale francese. Jean-Christophe Bersan, produttore di vino della Borgogna raggiunto da Quartz, ha commentato la notizia in maniera ottimista, dicendo: «La diffusione dei vitigni francesi aumenterà, con un relativo impatto positivo sull’economia settoriale, e la scelta di vini a basso costo risulterà allargata».

Immagini: i vigneti di Montmartre (Eric Fefenberg/Getty Images)
Articoli Suggeriti
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Leggi anche ↓
Dialogo sulla famiglia omosessuale

Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.

Un nuovo modo di odiare Milano

Sarà la crisi abitativa, saranno i tagli al trasporto pubblico, saranno gli strascichi dei primi mesi della pandemia, ma qualcosa è cambiato nel modo in cui la città percepisce se stessa.

Non sarebbe meglio dimenticare il nostro passato sui social?

Il caso dei tweet di Elly Schlein è solo l'ultimo di una lunga serie in cui una persona diventata famosa viene giudicata per vecchie cose scritte sui social. Ma siamo sicuri che sia giusto?

Calenda: Endgame

Dopo il pessimo risultato alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia, l'ascesa del leader di Azione sembra essersi bruscamente interrotta, tra candidature incomprensibili e sfuriate contro gli elettori.

di Studio
Tre giovani business che vogliono cambiare le regole, dal vivo, con Studio e Apple

Nello store Apple di piazza Liberty a Milano, nei primi tre giovedì di marzo Rivista Studio racconterà i protagonisti di tre realtà imprenditoriali che hanno innovato i propri ambiti.

Da Penguin Random House si stanno dimettendo tutti i dirigenti