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La fine del tasto “mi piace” di Facebook

28 Gennaio 2016

Il tasto “mi piace” di Facebook, sviluppato tra il 2007 e il 2009 da un team di Menlo Park, è probabilmente la più fortunata (in senso redditizio) miglioria apportata dal social di Mark Zuckerberg nella sua storia. I like sono il vero motore del sistema Facebook: premiano i contenuti, modellano l’offerta del News Feed in base agli apprezzamenti del singolo utente e col tempo sono diventati un modo di esprimersi senza ricorrere ai commenti ai post.

La notizia, tuttavia, è che Menlo Park vuole rivoluzionare l’iconico tasto col simbolo del pollice alto. O meglio, aggiornarlo. L’iter del cambiamento epocale, raccontato in un bel pezzo di Bloomberg, inizia un anno fa in una riunione aziendale in un hotel Four Seasons della Silicon Valley per volere di Chris Cox, direttore della produzione della società. Chiamato a proporre un progetto a cui dedicarsi nel 2015, Cox risponde con l’idea di modificare il celebre mi piace. Come riporta l’articolo, «per Facebook cambiare il bottone è come per Coca Cola mettersi a modificare la sua ricetta segreta». Non è nemmeno la prima volta che ci prova, ma negli altri casi non è riuscito a convincere i suoi colleghi.

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Stavolta è diverso: alla base del progetto c’è l’idea di diversificare le possibili reazioni a un post. Non con il famigerato tasto “non mi piace” di cui si parlava tempo fa, troppo negativo, ma con uno spettro di opzioni che il team di Cox ha calcolato analizzando miliardi di commenti degli utenti di Facebook, incasellandoli in sei categorie di reazioni più comuni: «angry», «sad», «wow», «haha», «yay», e «love». Il risultato finale, per cui Cox ha ottenuto l’approvazione di Zuckerberg, è Reactions, la nuova feature che permetterà di reagire a un post triste (la perdita di una persona cara o un evento spiacevole in generale) con un bottone più opportuno di «mi piace». I tempi di applicazione dell’aggiornamento a livello globale rimangono per ora vaghi, ma Facebook sostiene che Reactions sarà attivo sulle versioni desktop e mobile «tra qualche settimana».

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