Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Trump e il suo insospettabile sostegno a Corbyn

Una delle principali notizie di politica internazionale della scorsa settimana è il trionfo di Jeremy Corbyn alle primarie del Labour, vinte con un più che netto 59% di consensi. Il parlamentare di Islington North, in precedenza considerato poco più che un outsider della competizione, è noto per le sue idee molto a sinistra su diversi temi, rimarcate da un discorso post-vittoria corredato di diversi riferimenti a organizzazioni di ispirazione socialista.
Donald Trump, invece, lo conosciamo: la sua intolleranza, le sue boutade al limite del misogino e la sua istrionica aggressività nei confronti degli avversari negli ultimi mesi sono diventate oggetto di dibattito. Sabato scorso, a poche ore dalla vittoria di Corbyn, un giovane utente inglese di Twitter, @HamishP95, ha deciso di divertirsi: postata a Trump una foto del neo leader del Labour, il ragazzo l’ha corredata con la didascalia «il mio papà sta pensando di votare per la prima volta per te». Il magnate americano ha ricondiviso il tweet ai suoi oltre quattro milioni di follower, corredato da un entusiastico commento «Great», non accorgendosi dello scherzo e non eliminando il messaggio a distanza di due giorni.
"@HamishP95: @realDonaldTrump My Dad is thinking of voting for the first time ever for you. pic.twitter.com/1u9qi8qUPc" Great.
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 12 Settembre 2015
Ad agosto, per una coincidenza, l’ex premier Tony Blair aveva accostato Corbyn proprio a Trump.