Finita l’era dei volti gonfi di filler, della body positivity e dei tatuaggi, sono tornate magrezza, facce scavate e corpi puliti, insieme a una quantità incalcolabile di routine, strumenti e prodotti che, ancora una volta, spingono grandi e piccoli verso modelli irraggiungibili di perfezione.
Questo articolo è tratto dall’ultimo numero di Rivista Studio, “Ultracorpi”. Una copia la puoi acquistare qui sul nostro store.
Ho cominciato a prendere sul serio il biohacking quando ho conosciuto la storia di Amanda Feilding. O meglio, quando ho capito chi era davvero Amanda Feilding e qual era stato il suo apporto alla ricerca scientifica sulle sostanze psichedeliche dagli anni Sessanta a oggi, più di mezzo secolo dopo. Amanda Feilding, a vederla oggi, è una signora elegante nei suoi molti anni, con un volto che mostra i tratti tipici dell’Inghilterra, labbra sottili e mento appuntito. Si veste elegante, forse appena un po’ eccentrica per essere una donna di 82 anni. Bisognerebbe anche dire che Amanda Claire Marian Charteris è anche Contessa di Wemyss e March. Insomma, a metterla così non direste mai che la contessa Fielding, nel 1970, si è trapanata il cranio da sola per aumentare la propria coscienza.
Non è una fulminata, Amanda Feilding: la Beckley Foundation da lei fondata è una delle più importanti associazioni a fare ricerca sulle sostanze psichedeliche, collabora con le Nazioni Unite e ha un comitato scientifico composto da diversi importanti accademici e accademiche che insegnano nelle migliori università del mondo. Ci sono pochi dubbi, ormai, sull’impatto rivoluzionario che le sostanze psichedeliche avranno sulla cura di diverse patologie e dipendenze, e sul miglioramento in generale della vita dell’umanità, una volta che le gabbie novecentesche della “guerra alla droga” smetteranno di imprigionarle – e succederà, prima o poi. Ma capisco che fidarsi di una signora che si è bucata il cranio con un trapano a manovella non sia facile: e più in generale questo comprensibile conservatorismo di noi normali cittadini si è da sempre esteso a molte pratiche di automiglioramento artificiale del fisico e della mente. O forse non è più così.
Uomini e macchine
Il biohacking si può ottenere tramite tecniche non invasive, come l’alimentazione, la medicina, l’allenamento di qualsiasi tipo – anche il più estremo – e la cyborgisation, ovvero l’ibridazione tra il nostro corpo biologico e parti artificiali e meccaniche. Tecnicamente, qualsiasi persona che porti un pacemaker è un cyborg, perché quel piccolo dispositivo elettrico agisce direttamente sul cuore del paziente, dandogli il ritmo giusto con una serie di impulsi elettrici ogni minuto. Il biohacking nasce, in teoria, come un movimento di liberazione. Fielding è una liberatrice, lo era e lo rimane.
Ma queste due parole – “in teoria” – richiederebbero oggi molte più virgolette di quante una corretta impaginazione tipografica me ne possa concedere su questa pagina. Se stessi parlando, muoverei teatralmente gli indici e i medi. Come per il movimento hacker negli anni Novanta, anche il biohacking si dovrebbe basare sui concetti di autonomia e accesso radicali. Combattere il gatekeeping, si direbbe con il linguaggio degli anni Venti. Molti biohacker vengono proprio dal movimento hacker, ma i loro profili sono diversi da quello di Amanda Fielding: è il caso, per esempio, di Jo Zayner.
PhD in Biofisica alla University of Chicago, ha fondato The Odin, una compagnia di bioingegneria, e forse ne avete sentito parlare nel 2020, quando ha sperimentato su di sé, prima che ci riuscissero tutte le multinazionali farmaceutiche, un vaccino contro il Covid fatto in casa che era stato in grado di far reagire gli anticorpi alla malattia. Il suo canale YouTube era quindi stato bloccato e cancellato per aver mostrato la procedura step-by-step per produrre il vaccino in casa. In un articolo sul suo stesso sito, scrive: «Questa non è come la rivoluzione dei computer. Nessuno ha dovuto creare una nuova tecnologia per inventarsi un vaccino contro il Covid fatto in casa. È solo la monopolizzazione della conoscenza e delle informazioni della scienza tradizionale che ha impedito al biohacking di fiorire prima e di crescere più in fretta».
Il profilo di Jo Zayner non sembra corrispondere a quello del classico complottista anti-scientifico e di estrema destra. Zayner è una persona transessuale, i suoi pronomi sono they/them, il suo handle su X – prima che lo disattivasse – era: @4LovOfScience. Tuttavia, incasellare una persona di qua o di là dello spettro politico è, in questo mondo tecnologico-futuristico, sempre più complicato di quanto possa apparire, e in un’intervista alla rivista libertaria Reason, Zayner ha dichiarato: «Sono un sostenitore della deregolamentazione perché credo nell’intrinseca virtù del capitalismo».
Da utopia a incubo
È inevitabile che le cose che nascono buone e piene di speranza a un certo punto finiscano, marciscano e diventino cattive. È successo con l’utopia tech della Silicon Valley, è successo con il biohacking. I cattivi veri sono molto meno ambigui di Zayner. Forse vi siete imbattuti, scrollando sui social o nelle colonnine delle curiosità dei quotidiani, in Bryan Johnson. Pallido e muscoloso come un ballerino russo, ha i capelli alla Roby Facchinetti e una strana somiglianza con Tilda Swinton. È un miliardario dell’Ohio, venture capitalist anche lui della Tech Bubble, 47enne che ne dimostra molti, molti in meno. È diventato famoso per la sua ossessione per il biohacking, o meglio: la sua ossessione per la vittoria sulla morte, e per raggiungere l’eterna giovinezza. Ha chiamato questa ricerca “Project Blueprint”.
Qualche notizia su Johnson: assume 111 “supplementi” al giorno per far funzionare tutti i suoi organi al massimo delle loro energie. Ogni mattina fa colazione con una spremuta che chiama “il gigante verde” e 60 pillole. Ha un figlio di 17 anni, da cui preleva il plasma per praticare trasfusioni su sé stesso. Questo supporto vampiresco da parte del figlio è molto importante nella ricerca dell’eterna giovinezza: è merito di queste trasfusioni se, dice, la sua capacità polmonare è quella di un 18enne in piena salute. Ovviamente, sappiamo tutto ciò perché Johnson non opera discretamente, in una clinica svizzera tipo Montagna incantata, ma con ampio uso di social network e autopromozione. La mitomania, in un tipo come Bryan Johnson, non arriva come una sorpresa.
Johnson è anche un meme, molto ridicolizzato e preso in giro su internet: per sceneggiate come quelle del febbraio 2025, quando ha interrotto la registrazione di un podcast con il miliardario indiano Nikhil Kamath che si stava tenendo in India perché l’aria della stanza era troppo inquinata, nonostante i diversi purificatori d’aria in funzione incluso il suo personale (chi non ne ha uno sempre con sé?). In risposta alla memizzazione, Johnson ha detto che non gli interessa tanto quello che pensano di lui gli umani del Ventunesimo secolo: è più interessato ai giudizi di quelli del Venticinquesimo.
Non sorprende che anche lui sia un sostenitore di Donald Trump. Stupisce un po’ di più che in un tweet di congratulazioni al nuovo Presidente statunitense scriva: «Sono al fianco suo e di Robert Kennedy Jr. per rendere l’America il Paese più forte, attivo e in salute del mondo». Robert Kennedy Jr. è uno dei più famigerati negazionisti del Covid, ha sostenuto che l’esposizione al wi-fi sia causa di tumori e che la causa del non riconoscersi nel proprio sesso biologico sia l’inquinamento delle falde acquifere.
The Longevity Club
Nel 2017 una dichiarazione dell’imprenditore australiano Timothy Gurner fece il giro dei giornali del mondo per la sua arroganza classista. Disse che i giovani, se volevano comprarsi una casa, avrebbero dovuto rimboccarsi le maniche e smetterla di spendere soldi in scemenze come gli avocado toast. Nel 2023 un’altra sua uscita non ebbe la stessa fortuna planetaria, anche se fece molto parlare in Australia: «C’è stato un cambio sistemico per cui i dipendenti pensano che i datori di lavoro debbano considerarsi fortunati ad averli anziché il contrario. Dobbiamo ricordare alle persone che sono loro a lavorare per i datori di lavoro, e non il contrario». Nel 2023, Gurner ha fondato Saint Haven, un “longevity club” a Melbourne in cui gli abbonamenti arrivano a costare 40 mila dollari all’anno. Tra i servizi offerti, terapie ai raggi infrarossi, camere iperbariche per l’ossigenoterapia, iniezioni endovenose di medicine, e naturalmente crioterapia.
È impossibile proseguire senza citare il gran visir degli ex visionari diventati pazzi. Neuralink è una società fondata nel 2016 da una cordata di imprenditori (8 uomini, una sola donna) tra cui Elon Musk. Il suo obiettivo a breve termine è quello di sviluppare protesi neurali per guarire le malattie cerebrali. Il suo obiettivo a lungo termine, secondo Musk, è il transumanesimo e la simbiosi con l’intelligenza artificiale. Nel 2023 ha ricevuto dalla Food and Drug Administration l’autorizzazione a effettuare sperimentazioni su esseri umani, e non più soltanto su animali (per la maggior parte erano maiali). Già nel gennaio 2024 Neuralink ha installato il suo primo impianto cerebrale in un essere umano. Che strano scrivere “in un essere umano”, e non “su un essere umano”.
l paziente, affetto da paralisi quasi totale, può grazie all’impianto controllare il cursore di un computer attraverso il cervello. Attraverso il pensiero. Il paziente si chiama Noland Arbaugh e ha 30 anni. All’inizio, con Neuralink, è addirittura riuscito a giocare a Mario Kart insieme al padre. E a batterlo. Lo faceva solo pensando: senza mani, senza dita. Poi, settimana dopo settimana, l’85 per cento dei collegamenti dell’impianto sono stati espulsi dal cervello di Noland, e lo staff di Neuralink ha dovuto ricalibrare il device. Anche lui ha dovuto ricalibrare la sua mente. Intervistato dal New York Times a ottobre 2024, quando le ambizioni politiche di Musk erano ormai evidenti, ha detto di non avere opinioni forti dell’imprenditore sudafricano, ma pensa che «quello che tocca diventa oro». Ho pensato che abbia fatto bene, a dirlo. Cosa succede se un paziente sperimentale di una terapia transumanistica d’avanguardia presieduta da uno psicotico instabile diventa antipatico al proprietario psicotico? Meglio non rischiare, penserei io, e assecondare il mostro: la mia speranza di vivere una vita migliore dipende esclusivamente da lui.
C’è una nuova questione di classe nel mondo, è più grande e urgente che mai e riguarda anche il biohacking e il transumanesimo. La nuova oligarchia dei tecnocrati formata da Musk, Thiel, Bezos, Zuckerberg e tutti i loro amici è un mostro che non abbiamo mai visto prima, nella storia del capitalismo. Hanno facilmente messo le mani sulla politica, è evidente che vorrebbero metterle sulla vita eterna. La loro, di vita, potrà avere così la possibilità di incamerare ancora più potere e più denaro. A noi, valvassini e valvassori del mondo tecnologico, non converrebbe però una vita raddoppiata o triplicata, se il nostro scopo sarà sempre quello di scrollare, produrre, consumare. Senza poter nemmeno crepare più.

Negli anni diversi collettivi e associazioni hanno deciso di investire nei luoghi d'origine dai quali, quasi sempre, si decide di andare via. L'obiettivo è cambiare finalmente il modo in cui viviamo e, soprattutto, raccontiamo la provincia.

Nonostante i femminicidi, anche in Italia i contenuti legati alla manosfera sono sempre più numerosi e consumati. Tanto che è inevitabile chiedersi: com'è possibile che a un'ideologia così violenta venga ancora permesso di diffondersi?