Aveva 25 anni, era un'artista, fotogiornalista e attivista. Nello stesso bombardamento è stata uccisa anche tutta la sua famiglia.
Secondo l’Onu, il Decreto sicurezza mette a rischio le libertà fondamentali in Italia
E, così com'è adesso, potrebbe portare a discriminazioni e violazioni dei diritti umani.

Lunedì 14 aprile l’Onu ha chiesto al governo italiano di ritirare il cosiddetto Decreto sicurezza, approvato lo scorso 4 aprile. «Siamo preoccupati dal modo in cui il governo ha trasformato un disegno di legge in decreto legge e da come quest’ultimo è stato frettolosamente approvato dal Consiglio dei ministri, aggirando così la discussione parlamentare e il dibattito pubblico», scrivono i cinque esperti Onu intervenuti sulla questione.
Come si legge sul sito delle Nazioni unite, il governo Meloni avrebbe ricevuto comunicazioni a riguardo già nel dicembre del 2024, comunicazioni in cui si spiegava piuttosto chiaramente che se l’allora Ddl Sicurezza fosse stato approvato così com’era, la legislazione italiana non sarebbe più stata coerente con gli obblighi che il nostro Paese ha sottoscritto in passato in materia di diritti umani. Potenziali violazioni riguarderebbero la libertà di movimento, il diritto alla privacy, a un giusto processo e a non essere incarcerati giustamente.
«[…] Il decreto è composto da definizioni vaghe e ampie disposizioni riguardanti il terrorismo che potrebbero portare ad applicazioni arbitrarie. Inoltre, il decreto mette a rischio la libertà d’espressione e potrebbe assumere caratteri discriminatori nei confronti di specifici gruppi di cittadini, incluse minoranze razziali ed etniche, migranti e rifugiati. Potenzialmente, si rischia di incorrere violazioni dei diritti umani», si legge nella comunicazione degli esperti Onu.
Niente di tutto questo è una novità, chiaramente. In Italia si discute da mesi delle conseguenze terribili che questo disegno di legge prima e decreto poi avrà sulla vita pubblica del Paese. Come sostengono anche gli esperti Onu, per come è formulato adesso il Decreto sicurezza rappresenta una limitazione al diritto degli individui di riunirsi per manifestare e protestare. Il linguaggio vago con cui è stato scritto lascia spazio a interpretazioni arbitrarie da parte delle autorità, interpretazioni che potrebbero diventare indagini, processi e condanne severe nei confronti di persone che stanno semplicemente esercitando un diritto.
«Il governo italiano deve rispettare e proteggere la libertà di assemblea ed evitare restrizioni e l’uso illegale della forza», questa la richiesta dell’Onu al governo Meloni.