Dimostrando come la nuova funzione di ChatGPT possa essere usata a fini di discriminazione.
Napster non lo usa più nessuno ma è stato comunque venduto per 200 milioni di dollari
A un'azienda che vuole trasformarlo in un "metaverso dedicato alla musica" in cui artisti e fan possono passare il tempo assieme.

Quand’è stata l’ultima volta che avete usato, o anche solo sentito nominare, Napster? Avreste mai pensato di ritrovarvi a leggere di Napster a marzo del 2025? Molto probabilmente no, ma tant’è: Napster non soltanto esiste ancora ma vale anche un discreto gruzzolo. Duecentosette milioni di dollari, per la precisione: tanto ha speso l’azienda Infinite Reality per acquistare quello che tutti i media di settore stanno definendo il cadavere di Napster.
«Quando pensiamo ai pubblici dei nostri clienti – influencer, creator – credo sia molto importate fornire a queste persone uno spazio di connessione incentrato sulla musica e sulle comunità musicali. Non vediamo nessuno nel mondo dello streaming che si impegni per creare spazi dedicati alla musica», queste le parole con le quali John Acunto, Ceo di Infinite Reality, ha spiegato la decisione di acquistare Napster. Cosa vuole dire Acunto non è chiarissimo ma, secondo alcune interpretazioni di queste criptiche parole, l’intenzione di Infinite Reality sarebbe quella di trasformare Napster in una specie di metaverso dedicato alla musica.
Acunto ha intenzione di creare degli «spazi pazzeschi» in cui musicisti e fan potranno interagire in totale libertà (sempre ottima premessa, questa, quando applicata alle cose di internet…), l’unico limite sarà «la loro immaginazione». Un esempio? Immaginate, ha detto Acunto, un musicista reggae che crea in questo metaverso una spiaggia in cui ospitare amici e fan per ascoltare musica tutti insieme. Non per sembrare disfattisti, ma di una cosa possiamo dirci abbastanza certi: è difficile immaginare che nel 2050 qualcuno spenderà 200 milioni di dollari per comprare questa versione di Napster.