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Gli italiani non hanno preso bene “Espresso Macchiato” di Tommy Cash, la canzone dell’Estonia all’Eurovision
Mancano circa tre mesi all’Eurovision ma l’Italia si è già scelta il nemico di questa edizione: l’Estonia, che al Festival della canzone europea porterà Tommy Cash e la sua canzone “Espresso macchiato”. «Mi sto per arrabbiare con questo Tommy Cash, perché con questa canzone prende in giro l’Italia in una maniera pazzesca. La mafia, gli spaghetti, l’ostentazione degli italiani. Indigniamoci. Partecipa all’Eurovision prendendo in giro noi italiani», ha detto una tesissima Caterina Balivo nella puntata de La volta buona andata in onda il 18 febbraio su Rai1. Indigniamoci, dice Balivo, un invito accolto da tanti italiani in questi giorni: Tommy Cash è diventato il nemico pubblico numero 1, autore di una canzone in cui si trovano tutti gli stereotipi sugli italiani possibili e immaginabili (“Sudo come un mafioso”, canta a un certo punto), cantata con un accento da Super Mario (“I work around the clocko”) e piena di errori di ortografia (“Por favore Por favore”). Un capolavoro di triggering, verrebbe da dire.
“Espresso Macchiato” è disponibile sulle piattaforme streaming dallo scorso dicembre, mentre il video ufficiale del singolo è arrivato su YouTube alla fine del 2024: è un piano sequenza lungo tre minuti in cui si vede il cantante sorseggiare una bevanda – che con ragionevole certezza ci sentiamo di identificare come un espresso macchiato – con un’espressione tra il solenne e l’annoiato. Siamo sicuri che alla recente impennata degli ascolti (al momento in cui scriviamo sono 1.179.697 su Spotify) e delle visualizzazioni (2 milioni su YouTube) hanno grandemente contribuito gli italiani mossi dall’hate listening/watching. In realtà, c’entra anche il fatto che sabato 15 febbraio Tommy Cash ha vinto la 12esima edizione dell’Eesti Laul, l’equivalente estone del festival di Sanremo, vittoria che lo ha reso anche il rappresentante del suo Paese al prossimo Eurovision.
Prima di “Espresso Macchiato”, Tommy Cash era diventato famoso anche al di là dei confini del suo Paese come una «surreal, post-Soviet rap sensation»: così lo definiva il Guardian in un profilo a lui dedicato nel 2017.