Cultura | Estate
Nei Gialli Junior c’erano le vacanze avventurose che ogni adolescente sogna
La collana Mondadori era piena di storie di ragazzi-antieroi, di problemi con la legge, con la droga, con il sesso: la vacanza che diventa avventura, il sogno di tutti i ragazzini.

Visto che tutti (e con tutti intendo due persone) mi hanno fatto una testa così – in continuazione, ininterrottamente – su quanto fosse evocativo e bello e potente Le Schegge, l’ultimo romanzo di Bret Easton Ellis, alla fine mi sono persuaso e mi ci sono tuffato a capofitto. Di questa ennesima autofiction – che un tempo sarebbe stata accolta come trasgressiva, scandalosa perfino, e che oggi invece è stata fatta accomodare tra gli scaffali come ordinaria amministrazione – colpisce soprattutto l’immaginario, un melange losangelino anni ‘80 animato da teenager preppy in polo e mocassini alle prese con un serial killer misterioso e cruento. C’è lo sportivo, la cheerleader, il fattone, la reginetta del ballo, l’outsider… Una sorta di Scooby Gang di ragazzini ricchi e sexy. Rispetto alle uscite passate, questo nuovo tassello dell’Easton Ellis Narrative Universe si distingue per un languido sentimentalismo, per un afflato nostalgico. Leggere Le Schegge è stato come ritrovarmi tra le mani la versione aggiornata e sporcacciona di un Giallo Junior Mondadori, di quelli anni ‘90, con il titolo stampato in rilievo, rosso sangue con finitura lucida: c’è un protagonista che, suo malgrado, intuisce un pericolo incombente e mortale, ma che può contare solo su sé stesso perché le circostanze non gli consentono di chiedere aiuto – in più, però, in compenso, tanta droga e un sacco di sesso orale.
Che si trattasse di un paio di settimane al mare con i miei genitori, o in montagna con i nonni e gli zii, da ragazzino per me le vacanze estive non potevano considerarsi tali senza avere in valigia due o tre romanzi gialli, accuratamente scelti nell’accogliente frescura della biblioteca del paese. Le collane Junior Mondadori anni ‘90 sono state una fonte di immaginari sempre nuovi, di voci diverse, di avventure inaspettate, sorprendenti e al tempo stesso rassicuranti (perché non ne restavo mai deluso). Della storica Il giallo dei ragazzi (quella pubblicata dal 1970, con le copertine illustrate da Marco Rostagno) avevo letto con gusto alcuni libri della serie I Tre investigatori (col marchio di qualità di Hitchcock), ma c’era in quelle pagine un sapore ancora troppo bambinesco. Nel 1990, Il giallo dei ragazzi cede il passo a una nuova collana, Giallo Junior: c’è bisogno di novità, dopo gli anni ‘80 gli adolescenti non sono più gli stessi (vedi un po’ Ellis…). La veste grafica è un piccolo capolavoro: sempre in formato paperback, le illustrazioni di Massimiliano Longo si stagliano sullo sfondo tipicamente giallo (ora più freddo e accesso) su cui campeggiava, nella parte alta, il titolo in caratteri bastone, rosso, lucido e goffrato. Le nuove collane Mondadori Junior (Gaja, con storie al femminile; Super Junior, per brividi, fantasmi e mostri; Gialli, per thriller, noir e delitti) segnano così un taglio col passato.
I protagonisti delle illustrazioni di Longo erano giovani moderni, sexy, con i volti da attori incorniciati da capelli biondi tagliati all’ultima moda, indossavano polo, camicie a righe e Converse ai piedi, sembravano personaggi scappati da Bayside School o da Sweet Valley High. Per la copertina di Due stagioni per un delitto (numero antologico di racconti brevi) i ragazzi in copertina sembrano occhieggiare ai Sex Pistols. Nella staffetta di uscite si alternano autori per ragazzi (oggi young adult), autori classici, gialli più classici, noir più cupi, tematiche adolescenziali si intrecciano a tematiche adulte. Dei titoli pubblicati nella precedente collana viene riproposto solo Le indagini di Sans Atout di Pierre Boileau e Thomas Narcejac – che, per capirci, sono gli autori di classici come La donna che visse due volte (da cui Hitchcock ha tratto Vertigo) e I Diabolici (da cui l’omonimo film di Clouzot) – e degli stessi autori viene pubblicato anche La canzone della paura.
Insomma, per Nancy Drew e i Tre Investigatori non c’è più spazio, sono cosa passata. Non può mancare (ovviamente) Agatha Christie, di cui vengono pubblicati Miss Marple alla riscossa, Poirot e le pietre preziose e una raccolta di racconti, La signora del delitto. Spazio anche per Ellery Queen, Complimenti, Mr. Queen!, e Georges Simenon, La pipa di Maigret. Presenza più inconsueta invece quella di Satyajit Ray, il regista di Aparajito (Leone d’Oro nel 1957), Tuoni lontani e La grande città, presente con i romanzi dell’ispettore Feluda. Il meglio del meglio però erano i veri autori per ragazzi, anglosassoni, come R.L. Stine (La baby-sitter), un vero e proprio gigante del genere, papà di serie mitiche come Piccoli brividi e Fear Street (da cui i tre film su Netflix), in Italia c’erano solo autori per bambini. In La quercia dell’impiccato (di Edmund Wallace Hildick) il protagonista è un giovane americano, Greg, che durante le vacanze, ospite dei parenti inglesi, si trova coinvolto in un piano terroristico e un mistero d’altri tempi, con paesi sommersi sott’acqua, fughe in bicicletta e spigliate cugine – la vacanza che si trasforma in avventura, il sogno di ogni ragazzino.
In Morte a passo di danza (Alane Ferguson) una studentessa delle superiori è tormentata da incubi violenti che si rivelano premonitori, situazione che porterà a essere la principale sospettata dell’omicidio di una compagna di scuola: un’estetica letteraria in sospeso tra dark academia e gli shojo manga horror degli anni ‘70. Su tutti, lui, Christopher Pike – il più sensuale e coraggioso tra gli autori young adult (in L’ultimo vampiro, della collana Super Junior, il protagonista cura con il suo sangue uno dei personaggi malato di Aids). In Week-end un gruppo di adolescenti californiani è in vacanza in una villa messicana, su di loro incombe però l’ombra di una vendetta. Un anno prima una di loro è rimasta invalida a causa di un misterioso avvelenamento, ora la vacanza sembra diventare una resa dei conti… In Ricordati di me e La morte può attendere l’autore unisce giallo, thriller e paranormale, trasformando le vittime in detective. La morte in questi romanzi non è raccontata come una metafora, non è edulcorata da immagini consolatorie, diventa invece un personaggio vero e proprio, i protagonisti sono spesso ragazzi tribolati, antieroi che nonostante la giovane età hanno già sperimentato problemi con la legge, con la droga, a volte perfino con il sesso (gasp!).
La collana editoriale prosegue così fino al 1997, poi il tracollo: viene rilanciata, con una nuova grafica, sciatta che ne mina l’identità (essere troppo riconoscibile diventa deleterio), molti dei titoli della precedente gloriosa collana vengono ripubblicati assieme a diversi nuovi romanzi (questo nuovo corso editoriale arriva a 126 titoli) fino a quando la grande rimonta del fantasy, con Harry Potter ed epigoni vari, ha stroncato questa fetta di mercato. Il Giallo Junior ha avuto il grandissimo pregio di essere una palestra letteraria, sfruttando i “trucchi” che hanno fatto l’incredibile fortuna del Giallo Mondadori fin dalla sua nascita (correva l’anno 1929): attrarre una nuova fetta di pubblico, avvicinando alla lettura un target normalmente spaventato della letteratura, vista come cosa alta, distante, per altri (per la borghesia intellettuale, per gli adulti…) attraverso una forma di libro semplificato, con copertine che richiamamo le illustrazione dei rotocalchi e la grafica delle locandine cinematografiche, con nuovi canali distributivi (come quello dell’edicola). Dopo la spinta degli anni ‘70, grazie alla varietà dei titoli e una proposta più adulta (e quindi d’appeal per i giovani lettori curiosi), i Gialli Junior, estate dopo estate (ma non solo), hanno traghettano verso la lettura un’intera nuova generazione di lettori.
Ognuno di noi ha un libro, una canzone, un film che associa all’estate. “Cose d’agosto” è una raccolta di articoli in cui le autrici e gli autori di Rivista Studio raccontano questo loro feticcio estivo, che sia intellettuale o smaccatamente pop.