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Una donna ha tenuto 7.500 tab aperte su un browser per due anni
Avete presente quando siete costretti a riavviare il computer, e quella finestra con più di 30 tab aperte è scomparsa, e dovete allora ripristinarle tutte? Fortuna che c’è un’opzione per farlo. Magari, poi, voi siete di quelli che non aprono più di 3 tab, e quindi il problema non si pone. In ogni caso, non sempre il browser – qualsiasi voi utilizziate – riesce a ripristinare tutte le tab aperte in una precedente sessione: è successo a inizio maggio a una donna negli stati uniti, identificata soltanto come Hazel. Come racconta la notizia, segnalata nella bella newsletter settimanale di Pietro Minto “Link Molto Belli“, questa Hazel aveva aperto ben… (qui ci vorrebbe un trigger warning per persone affette da qualche tipo di compulsione dell’ordine, eccolo qui) settemilaquattrocentosettanta tab. Esatto. In numeri: 7.470.
Follia: siamo d’accordo. Ma non solo Hazel aveva aperto settemilacinquecento tab: le aveva tenute aperte (e quindi senza mai spegnere il computer) per due anni di fila. Lo sappiamo dal tweet con cui l’ha comunicato, va detto con una certa nonchalance, il 30 aprile. Diceva, con una di quelle lagne come ce ne sono tante ogni giorno sui social: «firefox (sic, ndr) si rifiuta di ripristinare la mia sessione che è andata avanti per più di 2 anni… più di 7mila tab finite nella spazzatura…». Dopo alcuni minuti, la svolta: un altro tweet, che conferma che invece le 7.470 schede sono state riaperte. «I feel like a part of me is restored», scrive finalmente Hazel. Chi ci fa una bellissima figura? Non certo l’ordine di Hazel (forse la sua memoria sì), ma il browser Firefox.
Un rappresentante di Mozilla, la società che produce Firefox, ha detto al magazine PCMag a proposito di questa avventura che il browser è praticamente impassibile di fronte alle sfide di questo tipo, grazie a una gestione della memoria incredibile. Se avete intenzione di aprire migliaia di tab, sapete che tipo di programma dovete utilizzare. Ma sappiate che, probabilmente, è un po’ come l’equivalente digitale dell’accumulazione seriale.