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Tre donne hanno contratto l’Hiv dopo aver ricevuto un “vampire facial”

30 Aprile 2024

È successo in un centro benessere del Nuovo Messico: almeno tre donne (per il momento le uniche sulle quali ci siano certezze sono loro) hanno contratto il virus dell’Hiv dopo aver ricevuto un “vampire facial”, il trattamento per il viso “a base di sangue” diventato famoso grazie a un selfie pubblicato da Kim Kardashian sul suo profilo Instagram ormai più di dieci anni fa (era il 2013), durante un episodio dello spin-off di Keeping Up with the Kardashians, Kim and Kourtney Take Miami.

Il “vampire facial”, altrimenti noto come trattamento Prp (plasma ricco di piastrine), è una versione potenziata della pratica più comune e meno cruenta del microneedling. Funziona così: i professionisti prima prelevano il sangue da un paziente, quindi usa una specie di “centrifuga” che permette di ottenere del plasma ad alta concentrazione di piastrine. Il plasma ottenuto viene poi re-iniettato nella pelle del paziente utilizzando una serie di minuscoli aghi. È un trattamento puramente cosmetico (non presenta alcun beneficio medico) ma essendo il Prp un potente “concentrato” in grado di stimolare la rigenerazione dei tessuti, pare sia un ottimo modo per rassodare e ringiovanire la pelle. È doloroso, però: prima del trattamento di solito viene spalmata una crema anestetica o vengono somministrati al paziente degli antidolorifici. La stessa Kim Kardashian aveva poi detto di essersi pentita di averlo fatto, giudicandolo troppo doloroso (aveva appena scoperto di essere incinta e non aveva potuto assumere antidolorifici né utilizzare la crema anestetica). 

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Come ha rivelato un rapporto del Centro per il controllo delle malattie (Cdc) americano, il caso rappresenta la prima trasmissione documentata dell’Hiv tramite iniezioni cosmetiche contaminate. È successo in una struttura senza licenza di Albuquerque conosciuta come VIP Spa, su cui il Cdc ha iniziato a indagare pochi mesi dopo la diagnosi della prima paziente positiva all’Hiv. Il report dell’ispezione dell’ente governativo è un racconto dell’orrore. «Una centrifuga, un bagno termostatico [equipaggiamento da laboratorio costituito da un contenitore riempito d’acqua riscaldata, ndr] e delle provette contenenti sangue senza etichetta si trovavano sul bancone di una cucina», si legge nel rapporto, «delle provette di sangue e medicinali iniettabili senza etichetta erano conservate nel frigorifero della cucina insieme al cibo». Non solo: «Nei cassetti, sui banconi e gettate nei normali bidoni della spazzatura sono state trovate delle siringhe scartate» e non c’era traccia di uno sterilizzatore a vapore, lo strumento standard per garantire che le attrezzature mediche siano state adeguatamente sterilizzate.

Ma soprattutto sia gli aghi che le fiale di sangue mostravano segni di riutilizzo. Come ha riporta Futurism, gli investigatori hanno stabilito che la VIP Spa era stata frequentata da due pazienti con diagnosi confermata di Hiv e le analisi nucleotidiche hanno rivelato che le tre clienti risultate positive dopo aver visitato la struttura sono state infettate da ceppi simili.

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