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L’Inside Literary Prize, il concorso letterario americano in cui la giuria è composta da detenuti
Questa settimana Freedom Reads, un’organizzazione no-profit che costruisce biblioteche e fornisce libri nelle carceri, il Centre for Justice Innovation, un’associazione che raccoglie materiale a supporto delle comunità emarginate, e la National Book Foundation hanno annunciato l’istituzione di un nuovo premio letterario. La caratteristica quasi unica del premio, intitolato Inside Literary Prize, è che la giuria sarà composta da detenuti. La prima edizione si terrà nel 2024 e a contendersi il titolo saranno quattro opere che hanno già vinto o che sono arrivate in finale al National Book Award 2022. Il fondatore e amministratore delegato di Freedom Reads, Reginald Dwayne Betts, ha spiegato che Inside Literary Prize nasce per dare la possibilità anche a chi è in carcere di contribuire al dibattito culturale e per ricordare che le loro opinioni non dovrebbero essere ignorate.
Il primo libro in concorso è La gabbia dei conigli (Guanda), romanzo di Tess Gunty. Nella raccolta The Haunting of Hajji Hotak and Other Stories Jamil Jan Kochai fa un ritratto intergenerazionale che parte dalla diaspora afghana verso l’America e si conclude con il racconto di cosa significhi crescere in Afghanistan oggi. Con South to America: A Journey Below the Mason-Dixon to Understand the Soul of a Nation ci si sposta invece nel sud degli Stati Uniti, dove l’autrice Imani Perry ambienta questo saggio in cui si intrecciano razza, cultura e identità. A completare il quartetto è Best Barbarian, la seconda raccolta di poesie di Roger Reeves dedicata a eventi letterari questioni sociali che hanno influenzato il suo lavoro.
Il New York Times ha riportato che iniziative come Inside Literary Prize non sono del tutto inedite in altre parti del mondo, anzi, secondo la libraia Lori Feathers il nuovo concorso avrebbe preso ispirazione dal Goncourt des détenus, l’equivalente francese che ha celebrato la sua prima edizione a dicembre dello scorso anno. Feathers mandò un articolo sull’argomento a un suo contatto del Centre for Justice Innovation suggerendo che sarebbe stato bello poter portare il progetto anche negli Stati Uniti, ma lei stessa ha poi detto di aver pensato che quell’invito fosse destinato a essere ignorato. E invece qualche settimana dopo fu contattata dai rappresentanti della National Book Foundation e di Freedom Reads.