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Una ricerca dice che il clima nel nord Italia somiglia sempre più a quello dell’Etiopia
Una recente ricerca dall’organizzazione no-profit WaterAid in collaborazione con le università di Cardiff e Bristol ha dimostrato che le aree che una volta erano soggette a lunghi periodi di siccità oggi vanno incontro ad alluvioni sempre più intense e viceversa. Tra le aree menzionate nello studio ci sarebbe anche il nostro Paese, in particolare la Lombardia, che i ricercatori hanno paragonato alla regione di Shabelle, nel sud dell’Etiopia. Se fino al 1980 quest’ultima era stata interessata soprattutto da piogge intense, nei 20 anni successivi si è assistito a un drastico cambiamento che ha portato a periodi di secca sempre più prolungati ed estremi. Allo stesso modo, in Italia dall’inizio degli anni Duemila gli episodi di pesante siccità sono più che raddoppiati.
Inoltre, la ricerca ha sottolineato che in entrambe le regioni si sta verificando quello che gli scienziati chiamano “climate hazard flip” (capovolgimento dei rischi climatici), secondo cui quando i periodi di secca sono improvvisamente interrotti dalle piogge si tratta sempre più spesso di precipitazioni pesanti che il terreno non riesce ad assorbire, causando così le inondazioni a cui abbiamo assistito quest’estate. Il rapporto, che si è concentrato su sei Paesi in via di sviluppo (mentre l’Italia è servita solo come termine di paragone), ha sottolineato anche la profonda connessione tra le conseguenze di fenomeni climatici di questa portata e le possibilità economiche dei Paesi interessati.
L’amministratore delegato di WaterAid Tim Wainwright ha dichiarato che la richiesta dell’organizzazione ai capi di Stato che parteciperanno alla Cop28, la prossima conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, sarà di rinforzare i sistemi idrici per garantire l’accesso all’acqua potabile e migliorare le condizioni igienico-sanitarie in tutti i Paesi. Ha spiegato che una volta che i disastri climatici saranno diventati estremi, inizierà, soprattutto nei Paesi poveri, una corsa all’acqua e di conseguenza, gli investimenti nella water security vanno implementati ora. Se c’è una cosa che Katerina Michaelides, professoressa di idrologia all’università di Bristol, ha capito sul cambiamento climatico è che ciascuna regione andrà sì in contro a eventi disastrosi, ma in continuo mutamento. L’imprevedibilità di questi cambiamenti deve essere presa necessariamente in considerazione nel formulare i futuri programmi di adattamento, ha concluso.