L'economia dell'attenzione non lascia scampo: Demna da Gucci è la notizia della settimana, arrendetevi, è inutile che proviate a cercare altro nei vostri feed.
Dopo 14 anni ha chiuso Omegle, uno dei più grandi siti di random chat
«Essendo cresciuto in una cittadina piuttosto isolata dal resto del mondo, per me è stato incredibile scoprire quante persone e idee interessanti ci sono là fuori. […] Da ragazzino non potevo di certo intrufolarmi nelle università e chiedere ai ragazzi più grandi di spiegarmi la filosofia morale o andare da un professore e dirgli: “Raccontami qualcosa di interessante sulla microeconomia”, ma su internet sì che potevo conoscere quelle persone e avere quelle conversazioni.», con queste parole il fondatore di Omegle Leif K-Brooks ha ricordato le ragioni che nel 2009 l’avevano spinto ad aprire il sito. Ma K-Brooks ha anche spiegato che i continui attacchi alla piattaforma degli ultimi anni hanno comportato troppo stress e troppe spese, al punto da non riuscire più a gestire il sito, riporta Business Today.
Gli episodi a cui fa riferimento K-Brooks sono soprattutto casi in cui minorenni sono entrati in contatto con pedofili che poi li convincevano a svestirsi o a compiere atti sessuali di fronte alla videocamera. Una ricerca dell’Internet Watch Foundation ha rilevato che questi episodi sono cresciuti in maniera esponenziale durante la pandemia, passando da 5 mila nel 2019 a 63 mila nel 2022. Nel suo comunicato, K-Brooks ha scritto che, come in ogni forma di comunicazione, era a conoscenza dei rischi, ma nel 2009 l’idea di essere dietro a uno schermo era molto più rassicurante di oggi. Negli anni ha affermato di aver fatto il possibile per moderare le interazioni, tramite un team di esperti, usando l’intelligenza artificiale e collaborando con le forze dell’ordine ed enti come il National Center for Missing and Exploited Children grazie al quale, ricorda, si è giunti all’arresto di decine di persone. Ma sa che la battaglia contro questo tipo di crimini sarebbe stata ancora molto lunga, una battaglia che non si sente di continuare anche perché, scrive, «non vorrei morire di infarto a 30 anni».
the youtubers who make pranking on omegle a living pic.twitter.com/6bQJu4NK9L
— pop culture gal (@allurequinn) November 9, 2023
Le reazioni all’annuncio della chiusura definitiva di Omegle rispecchiano perfettamente la conflittualità che ormai il sito generava: tra chi ricorda di averci conosciuto tanti amici che senza di esso non avrebbe avuto altro modo di incontrare, chi si immagina la disperazione degli youtuber che ancora utilizzavano la video chat per i propri contenuti, chi ne ricorda gli scambi più memorabili e virali e chi dice che forse dopotutto è meglio così, la prossima generazione si risparmierà una buona dose di traumi.