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Il Prado ha fatto una mostra sul retro dei quadri
A partire da martedì 7 novembre alcuni quadri del Prado non saranno più visibili. O meglio, i dipinti saranno nascosti e al pubblico saranno mostrate le riproduzioni del retro delle opere originali. Non si tratta di una misura temporanea in attesa di restauri, ma della mostra Reversos (On the Reverse), che vuole attirare l’attenzione del pubblico sulla “fisicità” del quadro utilizzando il retro della tela e della cornice per sorprendere, approfondire e arricchire l’esperienza dei visitatori. Miguel Falomir, il direttore del Prado, ha spiegato che l’ispirazione è arrivata osservando Las Meninas di Velázquez, normalmente una delle opere centrali del museo, dove un pittore dipinge su una tela, di cui lo spettatore può osservare sempre e solo il retro.
Considerando un quadro solo come la fotografia di un istante, si perde il significato dello stesso come oggetto tridimensionale. Secondo Falomir si comprende il valore dell’opera solo quando si hanno a disposizione entrambi i lati della tela e la cornice: è come trovarsi di fronte ad una scoperta archeologica. Le pareti delle sale destinate a quest’esposizione sono state tinte di nero per aumentare la sensazione di mistero, che secondo il curatore Miguel Ángel Blanco deve ricordare l’avventura di Alice nel Paese delle Meraviglie: un mondo che è sempre stato lì, ma nascosto ai più. Alcune delle opere sono consultabili da entrambi i lati, mentre di altre si può osservare solo il retro, spesso arricchito di disegni, schizzi, scritte, adesivi e francobolli o vere e proprie continuazioni delle opere. È possibile consultare queste fedelissime riproduzioni fino marzo 2024, quando tornerà a essere esposto solo il lato dipinto delle opere.
In totale la mostra “Reversos” comprende 105 quadri, alcuni appartenenti alla collezione del Prado, altri prestati da importanti musei interessati al progetto, tra cui il Van Gogh Museum di Amsterdam e il museo di Belle Arti di Boston. Nella descrizione del progetto sul sito del Prado si legge che ad oggi esistono diversi studi sul valore aggiunto che alcuni quadri celano nell’altro lato della tela. Sulle pareti si mescolano i retro di quadri fisici e quelli rappresentati nei dipinti, come in Interior with the Artist’s Easel di Hommersøi, dando vita a una meta esposizione che ricorda anche un effetto matrioska.