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Il biopic su Joan Didion ha una trama un po’ strana

Prodotto da Enfant Terrible Cinema di David Michaels il film su Joan Didion verrà girato, ovviamente, a Los Angeles. Le riprese inizieranno nel primo o nel secondo trimestre del 2024. Secondo le prime indiscrezioni pare che l’idea di Matthew Wilder, che lo scriverà e dirigerà, sia quella riprodurre una specie di “a day in the life” e descrivere quindi una giornata della giovane e brillante scrittrice e giornalista nella California di fine anni ’60, tra gli incontri con le ragazze di Manson in prigione, la protesta delle Pantere Nere, Nancy Reagan, i prigionieri della guerra in Vietnam. E fin qui tutto bene. Ma a quanto pare, l’epilogo sarà ambientato in una California del prossimo futuro, dove «un’intelligenza artificiale di Joan Didion incontra una distopia che oltrepassa i suoi incubi più ansiogeni e sfrenati» (così si legge su Deadline).
Anche l’attore e regista Reza Sixo Safai, un veterano del Sundance, ha detto la sua: «Quello di Joan sarà davvero un ruolo iconico e determinante per una giovane attrice. Un po’ come Lydia Tár, sarà un ruolo che resterà rilevante per anni». Wilder ha recentemente scritto la sceneggiatura di Seneca, uno scorcio allucinatorio dell’antica Roma con John Malkovich, presentato in anteprima al Festival del cinema di Berlino di quest’anno. Ha anche scritto Dog Eat Dog di Paul Schrader, che è stato il film selezionato per la serata di chiusura della Quinzaine des Réalisateurs a Cannes, e ha scritto e diretto un film dedicato a un’altra Joan, Regarding The Case of Joan of Arc. Mentre scriviamo, l’articolo pubblicato su Deadline ha un solo commento, firmato da un anonimo: «Da un lato, sembra ridicolo. Dall’altro, abbastanza intrigante».
Per ingannare l’attesa (non si sa ancora quando potremo vedere il film) possiamo ripassare per l’ennesima volta la storia della scrittrice americana più mitizzata di sempre. Qui c’è la leggendaria intervista di Hilton Als pubblicata su The Paris Review nel 2006. In questo articolo, pubblicato dopo la sua morte, il 23 dicembre 2021, a 87 anni, abbiamo ripercorso la sua carriera e soprattutto il suo stile di scrittura per capire come e perché è diventata un’icona letteraria tra le più amate e imitate. E poi c’è il documentario di Griffin Dunne del 2017, The Center Will Not Hold, un film che, come scrivevamo qui, contribuisce all’esaltazione del mito della scrittrice come icona di stile, eleganza e carattere, prima ancora che genio letterario.