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La casa editrice di Giubilei si è offerta di pubblicare il libro del generale Vannacci
Poche volte nella storia dell’editoria il titolo di un libro ha descritto così perfettamente la discussione attorno al libro stesso e, soprattutto, al suo autore. Il mondo al contrario di Roberto Vannacci, generale, già comandante della Folgore e reduce delle guerre in Afghanistan e in Iraq, è il libro di cui tutti stanno parlando da giorni. È il saggio, autopubblicato, in cima alla classifica Amazon e l’oggetto del dibattito pubblico italiano, è forse l’inizio della carriera politica di Vannacci – i neofascisti di Forza Nuova si sono fatti subito avanti, offrendo al generale la candidatura per il seggio senatoriale di Monza, offerta per il momento rifiutata – o, magari, di quella da opinionista politico (il generale si è visto spesso ospite in trasmissioni Mediaset, in questi giorni) o, chissà, di quella da saggista best seller.
Nel mondo al contrario in cui effettivamente viviamo (solo non nei sensi esposti da Vannacci) un libro in cima alla classifica Amazon e un uomo al quale vengono offerti posti in Parlamento diventano martiri della libertà d’espressione, vittime della censura, eroi che lottano contro la “dittatura del politicamente corretto”. È bastato avanzare dei dubbi sull’adesione del generale a quei princìpi di disciplina e onore imposti dalla Costituzione a tutti i cittadini a cui sono affidate pubbliche funzioni – c’è disciplina e onore nel definire le persone omosessuali «non normali»? C’è disciplina e onore nel rivendicare un inesistente diritto all’odio? – per accendere le sirene del vittimismo permanente.
Il libro "Il mondo al contrario" di Vannacci è autopubblicato. Con Giubilei Regnani Editore ci offriamo di pubblicarlo nel nostro catalogo e metterlo in distribuzione in tutte le librerie italiane contro ogni forma di censura e tentativo di limitare la libertà di parola. pic.twitter.com/FVaqtC6ifm
— Francesco Giubilei (@giubileif) August 21, 2023
Sirene tra le quali spiccano, ovviamente, diversi politici: si è parlato moltissimo in questi giorni anche della goffa difesa del generale da parte di Giovanni Donzelli, che in nome della libertà d’espressione è andato pure contro al ministro della Difesa e compagno di partito Guido Crosetto. Sirene tra le quali spicca, come sempre quando si tratta di spiccare per imbarazzo – «If I cringe any harder I might become a fossil», tocca citare per l’ennesima volta Roman Roy – Francesco Giubilei. Commosso dalla solitaria battaglia del generale Vannacci contro il Moloch del politicamente corretto, il Leviatano della woke culture, Giubilei ha pubblicato su Twitter un video in cui offre asilo politico a Vannacci e al suo mondo al contrario. Asilo presso la sua casa editrice, la Giubilei Regnani Editore: «Ci offriamo di pubblicarlo nel nostro catalogo e metterlo in distribuzione in tutte le librerie italiane contro ogni forma di censura e tentativo di limitare la libertà di parola», spiega Giubilei nel video. Ovviamente, i commenti si possono immaginare: da una parte gli applausi per il coraggio di mettere in catalogo in libro di cui stanno parlando tutti e che è già diventato un best seller, dall’altra i fischi di chi pensa che opinioni come quelle espresse da Vannacci di tutto avrebbero bisogno tranne che di maggiore protezione e ulteriore diffusione. Tra i due estremi, forse la soluzione sta nel mezzo proposto da Arnaldo Greco in qui: l’indifferenza e la gioia che viene certamente dal non essere sul pezzo, quando il pezzo è questo.