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In Grecia non ci sono più spiagge libere come una volta

16 Agosto 2023

In Italia si parla molto in questi giorni dei costi eccessivi degli stabilimenti balneari. Dalla Puglia al Twiga di Forte dei Marmi, ogni quotidiano ha la sua indagine, il suo reportage. L’Italia è anche il Paese, dove i balneari sono una specie di lobby che non si riesce a limitare, con i costi delle concessioni pagati dai lidi allo Stato da molti giudicati bassissimi, soprattutto rispetto a quanto viene chiesto al cliente finale.

Generalmente quando si parla di spiagge, l’esempio che spesso viene citato come virtuoso dagli italiani stufi di pagare per andare a mare è quello della Grecia. Al contrario dell’Italia, in Grecia le spiagge sono sempre state quasi tutte libere e anche nel caso in cui non lo siano, lettini e ombrelloni vengono noleggiati a prezzi piuttosto contenuti. 

Almeno fino a questo momento, perché iniziano a registrarsi problemi anche lì. Il New York Times riporta che a Paros si è formato un movimento chiamato “Salviamo le spiagge di Paros” che nelle ultime settimane ha protestato con cartelli con su scritto “rivogliamo le nostre spiagge”. Secondo alcuni residenti intervistati dal Times, alcuni stabilimenti coprono anche il 100 per cento delle spiagge e i costi dei lettini possono arrivare fino a 130 euro. Simili movimenti di protesta sono nati a Corfù, Creta e Serifos nelle scorse settimane. 

Le regole di occupazione del suolo in Grecia sono diverse da quelle italiane. Le spiagge infatti sono di norma pubbliche ma possono essere affittate a bar, alberghi, ristoranti, a patto però di non superare il 50 per cento dello spazio disponibile. Una regola che a quanto pare è stata infranta, come ha verificato il movimento “Salviamo le spiagge di Paros”, che confrontando i contratti stipulati dalle attività commerciali con lo spazio effettivamente occupato, ha registrato «enormi discrepanze»: i circa 7 mila metri quadrati affittati nell’estate 2022 si sarebbero espansi fino a 18 mila metri quadri.

Le autorità locali e statali hanno risposto alle proteste effettuando delle ispezioni e riscontrando numerose irregolarità. Su 900 controlli sulle spiagge greche fatti tra il 21 luglio e l’8 agosto di quest’anno, un terzo dei casi è stato sanzionato. E a Naxos tre imprenditori sono stati arrestati proprio in seguito alle ispezioni. 

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