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03:54 martedì 1 aprile 2025
La foto di Zendaya in pizzeria a Favignana è diventata un meme. L'attrice è in Sicilia per girare delle scene dell'Odissea, il prossimo film di Christopher Nolan.
Uno studio ha provato a spiegare perché è così difficile piacere ai buttafuori dei club di Berlino. E soprattutto a Sven Marquardt, il leggendario buttafuori del Berghain.
È il momento perfetto per guardare On Your Mark, l’unico video musicale mai realizzato dallo Studio Ghibli. Disegnato da Hayao Miyazaki in persona, nel 1995. Tutto a mano, ovviamente, come il vero stile Ghibli vuole.
La Casa Bianca ha pubblicato sui social la foto “ghiblizzata” di un’immigrata che viene espulsa. Dimostrando come la nuova funzione di ChatGPT possa essere usata a fini di discriminazione.
Hanno inventato una sigaretta elettronica con attaccato un Tamagotchi che muore se non fumi abbastanza. Nome provvisorio: Vape-a-gotchi.
C’è un tizio che sta partecipando a tutte le proteste in Turchia vestito da Pikachu. Marcia, fa cori contro Erdogan, scappa dalla polizia, tutto vestito da Pikachu. È diventato virale, ovviamente.
A causa dell’overtourism in Giappone si stanno “esaurendo” le terme. Troppi turisti, l'acqua termale non basta, i livelli hanno raggiunto minimi da record: danni della turistificazione, capitolo ennesimo.
La nuova versione di ChatGPT è bravissima a generare immagini nello stile dello Studio Ghibli. Una nuova funzione che ha (prevedibilmente) conquistato internet: sono già migliaia le immagini ghiblizzate, tra foto, meme e scene di film.

Threads ha superato i 100 milioni di utenti in cinque giorni

11 Luglio 2023

Le previsioni più ottimistiche dicevano che Threads, l’app di Meta già ribattezzata Twitter Killer, avrebbe superato i cento milioni di iscritti entro due mesi dal lancio (avvenuto nemmeno una settimana fa): sarebbe stato un record, nella storia delle app un successo così grande e così veloce lo aveva registrato solo l’app di ChatGPT. Bisogna dunque trovare una parola diversa da record e da successo per descrivere quello che sta succedendo con Threads, visto che i cento milioni di utenti l’app li ha già raggiunti ieri. E, stando a quello che ha scritto Zuckerberg ieri proprio su Threads, «è tutta domanda organica. Non abbiamo nemmeno fatto partire la maggior parte delle sponsorizzazioni programmate. Quasi non ci credo che sono passati soltanto cinque giorni!».

La vendetta di Zuck (ne abbiamo scritto qui), dunque, prosegue spedita ed efficace, nonostante le critiche all’app siano già parecchie (in molti hanno detto che mette assieme tutti i difetti di Instagram, TikTok e Twitter in un social solo). Il futuro di Threads, al momento, sembra roseo, soprattutto considerando il fatto che l’app ancora non è disponibile in Europa, per questioni legate a privacy e sicurezza. I 270 milioni di utenti di Twitter non sembrano più un obiettivo impossibile da raggiungere: quando (e se) si aprirà anche il mercato europeo, Threads potrebbe davvero dimostrarsi la Twitter Killer App che Zuckerberg sogna da tempo. Forse Musk aveva intuito tutto, forse è per questo che ha accettato di combattere contro Zuckerberg (in pochi giorni si è passati da un probabile cage match a un’improbabile sfida al Colosseo a un’improponibile “dick measuring contest“), di certo è per questo che ha minacciato di far causa a Meta subito dopo l’arrivo di Threads negli app store americani.

Per Twitter le cose si fanno sempre più difficili, il periodo orribile cominciato con l’acquisizione della piattaforma da parte dell’autoproclamatosi Chief Twit prosegue: licenziamenti di massa, incomprensibili scelte aziendali (quanti si sono poi iscritti a Twitter Blue?), perdite di valore dell’azienda – certificate dallo stesso Ceo – traffico in calo, moltiplicazione dei concorrenti (chi aveva mai sentito parlare di Mastodon prima dell’arrivo di Musk?). Dalla parte di Twitter, però, è rimasto ancora qualche utente storico e affezionato. Tra questi, il capo dei Talebani Anas Haqqani, che negli scorsi giorni ha espresso la sua preferenza nella battaglia tra Threads e Twitter: quest’ultimo, secondo Haqqani, resta la scelta migliore quando si tratta di dibattito pubblico, perché la app di Meta è basata, dice lui, esperto in materia, sul principio dell’intolleranza. «Il privilegio di Twitter è che promuove la libertà d’espressione», ha scritto. Dubitiamo sia l’endorsement che salverà Twitter.

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