Lucky Red, distributore italiano del film, ha deciso di riportarlo in sala in occasione della Festa della Liberazione.
È uscito il primo trailer di Rumore bianco
È uscito il primo trailer di Rumore Bianco, il nuovo film di Noah Baumbach tratto dal romanzo omonimo di Don DeLillo – che uscirà nelle sale italiane il 7 dicembre e poi su Netflix il 30 dello stesso mese. Di Rumore Bianco vi avevamo già parlato qui, descrivendolo come uno di quei film che nonostante sembrino pensati per vincere un Oscar – è girato da un regista premiato in passato dall’Academy, ha un cast eccezionale composto, tra gli altri, da Adam Driver, Greta Gerwig e Don Cheadle ed è costato anche tantissimi soldi, molti più di quanti la produzione si aspettava – è stato fin qui abbastanza trascurato dalla critica. Anche alla prima mondiale del film al Festival di Venezia, la standing-ovation che l’ha accolto è stata una delle più brevi e fredde della settantanovesima edizione: appena due minuti e mezzo di applausi, pochissimi in confronto ai sei minuti dedicati a The Whale .
Il nuovo trailer sembra confermare le parole di David Rooney di The Hollywood Reporter a proposito di Rumore Bianco: il film è la prova del talento estetico di Baumbach. La principale location del film sembra essere l’abitacolo della macchina della famiglia Gladney: nei primi secondi del trailer conosciamo Jack (Adam Driver) e Babette (Greta Gerwig), intenti ad affrontare una fuga di sostanze chimiche, l’airborne toxic event raccontato da DeLillo nel suo romanzo. Il disastroso evento costringe i cittadini di Blacksmith, la città universitaria in cui i Gladney vivono (nel college locale Jack è professore di Studi hitleriani) all’evacuazione. Da quel momento, tutti fuggono: nel trailer possiamo vedere interminabili attese in auto, la macchina dei protagonisti immersa in un fiume di fango e persino lunghissime file al supermercato, che sembrano quasi rievocare il caos dei primi lockdown causati dalla pandemia di Covid. Infatti, anche Peter Bradshaw sul Guardian, aveva scritto che «Il film non si limita a esaltare la ricchezza del libro» ma soprattutto «riesce a sottolineare anche quanto esso sia riuscito ad anticipare le paure del presente».

Subito dopo la vittoria dell'Akatugawa Prize, il Premio Strega giapponese, la giovane autrice Rie Qudan ha detto di essersi fatta aiutare dall'AI per scrivere il romanzo. E di essersi trovata benissimo.