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Una storica dell’arte ha scritto un manuale di storia dell’arte senza uomini

22 Settembre 2022

Per molti, l’idea di studiare storia dell’arte senza inserire in questa storia artisti maschi è irrealizzabile. Questo anche perché nei musei e nelle gallerie i percorsi sono sempre dominati dalle opere e dai nomi di artisti maschi. Proprio per questo Katy Hessel, storica d’arte laureata all’University College di Londra, ha deciso di rispondere lei stessa a una domanda che si è posta spesso negli anni in cui studiava arte all’università: dove sono le artiste donne? Hessel, infatti, ha raccontato che quando era una studentessa discuteva spesso con le sue colleghe di quanto fosse difficile, anche per loro che studiavano storia dell’arte, farsi venire in mente i nomi di almeno dieci pittrici e scultrici descritte come rilevanti nei loro libri di testo. Il problema, ovviamente, non era che queste artiste non esistessero ma il fatto che nei libri non venissero raccontate.

Nel 2015, Hessel ha aperto un account Instagram (@thegreatwomenartists) per raccontare le donne nella storia dell’arte. Ora, come rivela in un’intervista a Dazed, ha scritto un nuovo libro: The Story of Art Without Men, in cui, come si capisce già dal titolo, racconta una parte spesso e volentieri trascurata della storia dell’arte: quella fatta dalle donne. Hessel sottolinea che con il suo libro non vuole riscrivere la storia cancellando gli uomini, ma semplicemente cercare di restituire la giusta importanza a figure femminili a lungo ignorate e dimenticate. L’uscita del libro è stata accompagnata da una mostra al Victoria Miro di Londra, intitolata The Story of Art as it’s Still Being Written, che “traspone” il capitolo finale del testo di Hessel attraverso le opere di Tracey Emin, Zanele Muholi, Deborah Roberts e altre.

Hessel ha detto che The Story of Art Without Men è dedicato a tutte quelle donne stufe di leggere biografie di artiste donne brevissime e in cui vengono citati in continuazione gli uomini. Quando lesse la biografia di Dora Maar, la storica ha raccontato la sua frustrazione di fronte a paragrafi interi dedicati alla sua relazione con Picasso: «Che importanza ha nel racconto della sua arte», si chiedeva Hessel, che ha aggiunto anche che il suo obiettivo, quando ha cominciato a scrivere il libro, era dare alle studentesse di oggi un testo sul quale anche lei avrebbe voluto studiare da giovane. «Da ragazza avrei amato questo libro. Non è necessaria alcuna esperienza in materia per capirlo. Non so spiegare quanto fossi stufa di leggere saggi accademici pensati per gli universitari».

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