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Secondo una ricerca gli anelli di Saturno sono i resti di una luna che si è avvicinata troppo

16 Settembre 2022

Secondo una ricerca pubblicata ieri sulla rivista Science, uno dei tratti caratteristici della nostra galassia, gli anelli di Saturno, potrebbero essere quel che resta di una luna che si è avvicinata troppo al pianeta. La ricerca, basata sui dati raccolti nella fase finale della missione Cassini della Nasa, spiega che questa luna – ribattezzata Crisalide perché, proprio come una crisalide, sarebbe rimasta “dormiente” a lungo prima di risvegliarsi improvvisamente diventando l’origine degli anelli di Saturno – sarebbe stata distrutta da un incontro ravvicinato con il pianeta, dopo aver sfiorato incidenti simili con le alte lune di Saturno, Giapeto e Titano. Le macerie lasciate da questo incontro ravvicinato hanno continuato a seguire l’orbita dell’ormai distrutta luna, diventando così gli anelli di Saturno.

Jack Wisdom, professore di planetologia al Mit e prima firma della ricerca, ha spiegato al Guardian che Saturno probabilmente ha vissuto che 4,5 miliardi della sua esistenza senza avere gli anelli a circondarlo. Poi un giorno, 160 milioni di anni fa, la luna Crisalide si è spostata un po’ troppo vicino al gigante gassoso ed è stata trasformata in una scia di frammenti di ghiaccio (gli anelli di Saturno sono fatti di acqua al 95 per cento e per il resto di metalli e roccia). La missione Cassini, in orbita dal 2004 al 2017, ha permesso di spiegare anche perché Saturno è inclinato di circa 27 gradi sul suo asse. Se in passato si pensava che il pianeta dovesse l’inclinazione a una risonanza gravitazionale con Nettuno, supporre l’esistenza di un satellite che poi è andato distrutto ha generato una spiegazione molto più accurata. La perdita di una luna potrebbe essere stata sufficiente per “allontanare” il gigante gasso dal campo attrattivo di Nettuno e lasciarlo con l’inclinazione attuale.

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