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Il film con Viggo Mortensen sul salvataggio dei 12 ragazzini in Thailandia

Thirteen Lives è il film basato sul famoso salvataggio dei 12 ragazzi della squadra di football dei Wild Boars che nel 2018, insieme al loro allenatore, rimasero incastrati nella grotta di Tham Luang, nel nord della Thailandia. Nel film c’è anche Viggo Mortensen, che interpreta Rick Stanton, l’eroico speleologo oggi in pensione che guidò le operazioni di salvataggio. Il Guardian ha chiacchierato con lui, ovviamente lusingato di essere interpretato dall’affascinante Viggo. Ma questa storia, ha assicurato il regista Ron Howard, non seguirà una «white saviour narrative».
I ragazzi, di età compresa tra 11 e 16 anni, erano entrati nella grotta dopo un allenamento ed erano rimasti intrappolati a causa dell’acqua accumulatasi durante un alluvione. Sono sopravvissuti per 18 giorni su una roccia a 4 chilometri dall’ingresso della caverna, con pochissimo cibo ma aiutati dalla meditazione guidata dall’allenatore di 25 anni, Ekaphol Chantawong, un ex monaco. L’ufficiale Saman Kunan, 38 anni, era annegato nelle caverne mentre cercava di portare bombole di ossigeno al gruppo ed Elon Musk aveva proposto di usare un piccolo sommergibile progettato per l’occasione. Fu Stanton a rendersi conto che, poiché i ragazzi non avevano esperienza di immersioni, avrebbero dovuto essere privi di sensi mentre venivano trasportati attraverso chilometri di tunnel stretti, tortuosi e claustrofobici pieni d’acqua. Così ha convocato il suo amico e collega australiano Richard Harris (interpretato nel film da Joel Edgerton), speleologo subacqueo e anestesista, per unirsi all’operazione di salvataggio. Stanton chiese a Harris di sedare i ragazzi con tranquillanti prima che venissero accompagnati, uno per uno, da un esperto sommozzatore nel loro viaggio di oltre cinque ore attraverso acque torbide.
Secondo il Guardian, però, «chi spera in una storia in cui gli eroici britannici e australiani salvano la situazione mentre la gente del posto esulta resterà scioccato». Il film di Howard mostra che lo sforzo di salvataggio ha coinvolto più di 10000 persone, per lo più thailandesi, con volontari arrivati da tutto il mondo per dare una mano. Come ha detto il co-produttore Vorakorn Reutaivanichkul: «Ron voleva mostrare come persone di tutte le culture e ceti sociali hanno lavorato insieme per completare il salvataggio. Non volevamo un’altra white savior narrative. Non solo perché l’abbiamo visto troppe volte nei film, ma perché non è quello che è successo. Il film parla di quello che gli esseri umani sono in grado di fare in un momento di crisi, che è, penso, ciò di cui abbiamo bisogno nel mondo di oggi».