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La direttrice di Documenta ha dato le dimissioni

18 Luglio 2022

Quella di quest’anno verrà ricordata come la Documenta più problematica della storia. Dopo mesi di crisi e polemiche (ne avevamo parlato qui), Sabine Schormann, direttrice generale della mostra d’arte contemporanea che si tiene ogni 5 anni a Kassel, in Germania, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, a soli 28 giorni dall’inizio dei 100 giorni della mostra. L’edizione 2022 di Documenta è la prima curata da un collettivo artistico, il gruppo indonesiano ruangrupa. È anche la prima Documenta con così tanti artisti, e nello specifico con così tanti artisti provenienti dal sud del mondo: il collettivo ruangrupa ha infatti invitato moltissimi collettivi, perdendo completamente (e volontariamente) il controllo della situazione.

Le polemiche sono esplose mesi prima dell’inaugurazione, quando un gruppo chiamato Alliance Against Antisemitism Kassel ha pubblicato un post in cui accusava i membri di ruangrupa, il team artistico di Documenta e il collettivo palestinese The Question of Funding di simpatia per il movimento di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele. Nel 2019, il parlamento tedesco aveva dichiarato quel movimento antisemita, dicendo che le sue campagne avevano ricordato «il capitolo più terribile della storia tedesca». Le accuse del blog sono state riprese dai giornali tedeschi. Sottolineando che i membri di ruangrupa sono prevalentemente musulmani, Stefan Trinks ha commentato che la loro «consapevolezza delle preoccupazioni ebraiche potrebbe essere piuttosto sottosviluppata». Ma questa è solo la prima polemica, alla quale sono seguite molte altre controversie, fino ad arrivare alla più recente. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la rimozione di un’opera d’arte contenente immagini antisemite. “People’s Justice” era uno striscione dipinto lungo quasi 20 metri creato dal collettivo indonesiano Taring Padi nel 2002, quando i suoi membri includevano attivisti che avevano lottato sotto la dittatura militare indonesiana.

Intorno al 20 giugno le foto di due delle centinaia di  personaggi rappresentati sullo striscione hanno iniziato a circolare sui social. Uno era un uomo con due ciocche laterali e delle zanne che indossava un cappello decorato con uno stemma nazista. L’altro era un soldato con la testa di maiale, che indossava un fazzoletto al collo con una stella di David e un elmo con scritto “Mossad”, il nome del servizio di sicurezza israeliano. La tensione scaturita da queste polemiche ha causato la «perdita di fiducia nell’evento», come ha affermato il consiglio di Documenta in una dichiarazione in cui annunciava la decisione Schormann, fiducia che cercheranno di riconquistare convocando un gruppo di esperti di arte, antisemitismo e post-colonialismo per determinare cosa è andato storto e decidere se ci sono altre immagini antisemite nello spettacolo. Documenta ha anche dichiarato che cercherà qualcuno che possa sostituire Schormann.

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