Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Litorale fuori moda
In attesa delle prossime rivalutazioni, memorie d’epoca da S. Marinella. Ovvero l'immobiliarismo d'antan sulle spiagge a due passi dalla capitale.
Occasioni balneari di fine estate. Qui si rischia di sfondare la classica porta aperta, ma Santa Marinella, litorale laziale nord fané e decadente, sconosciuto a chi abbia meno di sessant’anni, sembra il place to be delle prossime rivalutazioni e gentrificazioni post crisi, quando e se arriveranno. Tra i rumeni che da anni apprezzano solitari, sono già apparsi i primi hipster francesi e inglesi e americani, nelle ultime domeniche di sole, causa forse segnalazioni Lonely Planet; oltre a allegri equipaggi crocieristici di stanza nella vicina Civitavecchia. Santa Marinella ritroverà il suo charme anni cinquanta? Ci sono già memorie illustri pronte: Giorgio Bassani scrisse qui, alle Naiadi (oggi hotel un po’ giù di corda con vasto uso di alluminio anodizzato) i Finzi Contini (e all’incrocio con la pericolosissima Aurelia, quella poi del Sorpasso, una via gli è dedicata; ma dà su un posteggio polveroso). E poi Ingrid Bergman, che qui abitò un villone sul mare, inizio del paese, si vede dal treno, in scandaloso (per Hollywood) sodalizio con Roberto Rossellini. Il treno: mezzora dalla misterica stazione FS di Roma San Pietro, che sorge in un cratere; passando dall’indimenticata Ladispoli (cfr. Verdone), luogo che ha poi tutto un suo pedigree araldico: frutto delle speculazioni intelligenti di un principe accorto, Ladislao Odescalchi (Ladis-poli) che a fine Ottocento bonificò tutta la costa; e pure Santa Marinella, acquistando il castello oggi approntato a matrimoni vip e aspiranti vip come il suo omologo di Bracciano. Lottizzò il feudo acquistato dall’Ospedale di Santo Spirito in Sassia nel 1887 in piccoli appezzamenti, a condizione che ogni acquirente vi edificasse un villino. Di qui il liberty sanmarinellese, e una piccola Copacabana molto chic, con villeggianti dai nomi tipici d’epoca: l’architetto Ojetti e la giornalista Olga Lodi, su tutti. Lo chic resistette fino agli anni Sessanta, tra le palme non ancora sfigurate dal punteruolo rosso e i ricordi di un altro frequentatore, Guglielmo Marconi, che degli Odescalchi era ospite e dalla nave Elettra tenuta qui in rada faceva gli esperimenti telegrafici. Adesso rimane l’atmosfera: decadenza giusta, tra la spiaggia ancora d’elezione tra dinastie levitiche (avvedute: è da sempre, per misteriose ragioni di correnti e percentuali di iodio, l’acqua più pulita nel raggio di un’ora da Roma, niente a che vedere con l’imbalneabile Fregene o la melmosa Ostia); i giardini profumati e misteriosi della via Ulpiano e la sua piazza con le ville e palazzine che sembrano armadi e scarpiere, in una Parioli sull’acqua, ma più allegra. Qualche ecomostro, un improbabile grattacielo, ma anche architetture d’eccezione. Qualcuna in vendita: ad essere molto liquidi, si potrebbe portare via oggi un pezzo di storia del Novecento; in fondo al paese, a Capolinaro, è da anni in vendita la Saracena, capolavoro megalomane di Luigi Moretti, ottocento metri quadri, un gran tamburone di calcestruzzo bianco accanto a un corpo di fabbrica contundente che sembra un Brionvega anni Cinquanta, affacciato sul mare, con spiaggia privata (secondo Giò Ponti, “volumi e spazi nell’estasi della luce del sole o lunare, nell’immensità del cielo e del prossimo mare”). Parte di un trittico che comprende anche la Califfa e la Moresca, fu progettata nel ’57 per Luciana Pignatelli d’Aragona, gran bellezza d’epoca, cugina di Avedon e poi testimonial della schiuma Camay, sorellastra di Rudi Crespi, figlia di un fascistissimo e poi redento direttore del Messaggero e citata in Fratelli d’Italia; autrice di manuali come The Beautiful People’s Beauty Book (1970) e The Beautiful People’s Diet Book (1973), che lei stessa seguì però pochissimo, morendo molto male per le troppe sostanze nel 2008. Della casa chiedono tre o quattro milioni di euro, ma di questi tempi probabilmente è una cifra trattabile.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.