Le ore che precedettero quello storico 29 aprile 1945: il tragitto, la decisione, il simbolismo. Un estratto dal libro Una domenica d’aprile di Giovanni De Luna.
La famiglia di Richard Benson ha annunciato la sua morte su Instagram
L’ha annunciato la sua famiglia con un post sul suo profilo Instagram: «Carissimi amici ed amiche, dobbiamo purtroppo darvi la notizia più brutta possibile. Richard ha lottato come un leone anche questa volta contro la morte e purtroppo non ce l’ha fatta. Ci ha lasciato. L’ultima volta però ci ha detto: “Se muoio, muoio felice”». Nato il 10 marzo 1955, il chitarrista britannico naturalizzato italiano era una figura di culto della scena underground romana degli anni ’70, trasformatosi poi in un personaggio radiofonico e televisivo, spesso definito trash per l’assurdità delle sue apparizioni.
A cominciare la sua carriera radiofonica fu la partecipazione nella trasmissione Per voi giovani, ideata da Renzo Arbore. Anche se a livello musicale non riuscì mai a raggiungere un successo mainstream, la sua cultura musicale, soprattutto nel campo dell’hard rock e dell’heavy metal, gli permise di lavorare sempre di più come conduttore. Finché le condizioni di salute glielo hanno permesso, si è esibito nei club di Roma in spettacoli trash e assurdi durante i quali simulava amplessi e ferite sul corpo, si faceva insultare e lanciare oggetti dal pubblico (è diventato leggendario l’episodio in cui dal pubblico partì verso il palco una lattina di birra che colpì Richard in pieno volto, facendogli perdere diversi denti). Negli ultimi anni aveva fatto diverse apparizioni in alcuni programmi televisivi (Pomeriggio Cinque) e radiofonici (La zanzara) che gli avevano regalato una nuova fama e avevano contribuito ad alimentare il “culto” del suo personaggio che già esisteva su Internet, soprattutto su YouTube, dove si trovano diversi video che lo vedono protagonista di monologhi accalorati e litigi accesi (per usare un eufemismo). È in questo periodo che un suo singolo, “I nani“, diventa virale: a oggi conta circa due milioni e mezzo di visualizzazioni.
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Su di lui circolavano diverse voci, tra cui quella che non fosse davvero inglese e si chiamasse in realtà Riccardo Benzoni e che la famosa caduta dal Ponte Sisto del 2000 fosse stata in realtà un tentativo di suicidio dopo la diagnosi di artrosi che lo costrinse a smettere di suonare la sua adorata chitarra. Negli anni ha mantenuto intatto il suo stile: fino all’ultimo si è esibito con una parrucca di lunghi capelli neri a coprire la calvizie, occhiali da sole scuri e l’immancabile giubbetto di pelle. Nel 2013 aveva sposato Ester Esposito, alla quale era legato da sedici anni. Nel 2016, in un video, lui e la moglie avevano parlato delle loro difficoltà economiche e dei problemi di salute di Richard, chiedendo aiuto ai fan. L’appello aveva ottenuto un successo insperato generando vari crowdfounding e perfino un concerto, il Richard Benson Charity Live.
Dopo il sostegno ricevuto Benson aveva pubblicato un video in cui diceva di essersi ripreso e avere molti progetti per il futuro. Soltanto una settimana fa aveva pubblicando sul suo profilo Instagram, riattivato da pochi mesi (il 16 febbraio), una foto con la sua nuova band.
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