Abbiamo parlato del 41bis e dell’ergastolo ostativo con Valeria Verdolini, sociologa che insegna Politiche della sicurezza urbana all'Università degli Studi di Milano Bicocca.
Il corgi di Bridgerton è un fake
In un pezzo pubblicato su Slate, la (tra le altre cose) dog historian Stephanie Howard-Smith si è presa la responsabilità di svelare al mondo un grave anacronismo presente in una delle serie più amate e popolari del momento, Bridgerton. Stando a quanto scrive Howard-Smith, infatti, non c’è nessuna prova che la razza canina che oggi chiamiamo corgi esistesse già nell’epoca in cui Bridgerton è ambientata (gli anni Dieci dell’Ottocento). Howard-Smith dice che la parola “corgi” sicuramente fa parte da molto tempo della lingua gallese, ma non ci sono certezze sufficienti per affermare che sia stata usata sempre (e già nell’Ottocento) per indicare cani con le zampe corte.
Nel pezzo, Howard-Smith porta alcune prove a sostegno della sua tesi. Uno strumento che gli studiosi usano spesso per ricostruire la storia delle razze canine sono i manifesti che i padroni di cani smarriti appendevano per le vie delle città e dei paesi nel tentativo di ritrovarli. Nella sua ricerca, Howard-Smith non è riuscita a trovare neanche un annuncio di un padrone che, negli anni Dieci dell’Ottocento, fosse alla ricerca del suo corgi smarrito. E non solo: i corgi non compaiono mai neanche nei libri dedicati agli animali, e in particolare ai cani, pubblicati in quegli anni. Ovviamente, tutto questo non vuol dire che gli antenati del moderno corgi non esistessero già e non venissero già allevati, in Galles soprattutto: nel 1870, infatti, cominciano ad apparire le prime descrizioni di cani che ricordano moltissimo il corgi. E, infatti, nel 1925 diventerà una razza ufficialmente riconosciuta. Certo, conclude Howard-Smith, più di cento anni dopo il periodo in cui è ambientato Bridgerton.