Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
Verrà pubblicato un libro che raccoglie 150 disegni di Kafka
Franz Kafka era un bravissimo disegnatore. Tra clown magrissimi, uomini simili a Chaplin con bombette e incidenti a cavallo sul genere della slapstick, alcuni schizzi e scarabocchi rimasti per molto tempo inediti a causa di una battaglia legale lunghissima tra Israele e la Germania per averne i diritti, mostrano un uomo differente da quello che abbiamo conosciuto con opere come la Metamorfosi e Il processo. Ora, una raccolta di 150 dei suoi disegni appartenenti a un lotto finora inedito e recuperato nel 2019 dal caveau di una banca svizzera, vedrà finalmente la pubblicazione grazie alla casa editrice CH Beck in Germania: sarà disponibile in dal 2 novembre. Yale University Press lo pubblicherà invece negli Stati Uniti e nel Regno Unito dalla primavera del 2022.
Non si tratta di semplici scarabocchi, considerando che i disegni denotano una notevole abilità nel disegno. «Abbiamo scoperto che Kafka era un appassionato di arte», ha spiegato al Guardian Andreas Kilcher, editore di CH Beck. «Bisogna ricordare che i suoi coetanei a scuola e all’università avevano un immenso interesse per l’arte, che Kafka non solo condivideva, ma praticava con vero vigore». Nella postfazione all’edizione tedesca, la filosofa Judith Butler spiega che le illustrazioni di Kafka spesso «diventano più difficili da osservare quanto più lui le descrive nei dettagli». Succede ad esempio nella storia a vignette Le cure di un padre di famiglia, dove l’autore descrive a margine una creatura che vive nella sua casa che sembra «come un rocchetto per il filo piatto a forma di stella». Eppure quella creatura, a cui dà persino il nome di Odradek, non si riesce a individuare da nessuna parte. Questo perché, come spiega sempre Kilcher, «i disegni di Kafka sono ben lontani dalle rappresentazioni realistiche. Di solito c’è un elemento di astrazione».
I disegni di Kafka fanno parte della lunga disputa circa l’eredità di Max Brod, l’amico fuggito in Israele (Kafka invece è sepolto nel cimitero ebraico di Praga) al quale lo scrittore chiese di distruggere tutte le sue opere dopo la morte, e che invece ne curò la pubblicazione. Come aveva raccontato il Guardian qui, dal marzo 2008 la biblioteca nazionale israeliana stava lottando per riassemblare la collezione di carte e disegni e ospitarla in Israele, considerando che alla morte di Brod il suo “tesoro” venne diviso: una parte rimase a Tel Aviv (nascosta in un frigorifero rotto in appartamento fatiscente pieno di gatti, e in alcune cassette sparse per le banche della città) mentre un’altra fu trafugata, finendo in Germania tra l’Archivio letterario tedesco di Marbach e collezionisti privati.
Un’altra parte ancora – proprio quella da cui provengono i disegni – comparve invece in un caveau della sede di Zurigo di UBS, la più grande banca svizzera, e fu restituita a Israele dopo una sentenza del tribunale svizzero e ora, finalmente, legalmente pubblicata. Kafka si spense a soli 41 anni dopo una dolorosa agonia, il 3 giugno 1924, per complicanze della tubercolosi. È possibile che molti di quei disegni siano stati realizzati nell’ultima fase della sua vita.