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Dopo Blade Runner 2049 Denis Villeneuve ha temuto per la sua carriera

21 Ottobre 2021

«Sono molto contento dell’esperienza di Blade Runner 2049. Penso che quella di fare il sequel di un capolavoro sia stata la mia peggior idea ma anche la migliore: è un territorio in cui è facile compiere un sacrilegio. Non si fa un sequel di Blade Runner!». A parlare è Denis Villeneuve, che durante una presentazione presso il cinema BFI Southbank di Londra ha parlato del suo film del 2017 quasi più che di Dune, l’adattamento cinematografico del romanzo fantascientifico di Frank Herbert.  

Come riporta Dazed & Confused, Villeneuve ha detto di aver inizialmente respinto l’idea di realizzare un sequel del classico di Ridley Scott: «Ho rifiutato perché pensavo fosse troppo pericoloso. Ma dopo un po’ ne abbiamo parlato di nuovo e ho accettato. È stata un’esperienza forte e gratificante», ha commentato, nonostante la genesi del progetto non sia stata per niente facile. Il film, che vede Ryan Gosling interpretare il ruolo dell’Agente K, mentre Harrison Ford riprendere quello di Rick Deckard, gli è stato offerto durante le riprese di Sicario e prima di girare Arrival. «Harrison Ford voleva girare il film e Ridley non era disponibile, quindi hanno iniziato a cercare qualcun altro e sono venuti da me, il che mi è sembrato surreale», ha proseguito il regista,  raccontando poi i retroscena.

Un incontro nel deserto con la produzione, lontano da occhi e orecchie indiscrete, e una busta misteriosa: «Mi hanno dato una busta con su scritto “Queensborne”, e mi hanno detto “Queensborne non esiste, è Blade Runner”. Ero commosso fino alle lacrime solo per aver avuto la possibilità di leggere la sceneggiatura». Anche durante un episodio del podcast di MTV Happy Sad Confused, registrato nel settembre scorso, Villeneuve aveva già parlato di come il film avesse influenzato in qualche modo la sua visione della sua carriera. «Ho flirtato con un disastro», aveva detto in quell’occasione. Acclamato dalla critica, finanziariamente il film è stato però un fallimento, con un botteghino globale di appena 260 milioni di dollari.

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