Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
È uscita la lista dei 50 migliori ristoranti al mondo
Bisogna scorrere fino alla quindicesima posizione per scovare un ristorante italiano, ma c’è da dire che il Lido 84 di Gardone Riviera ha la menzione speciale per il posizionamento migliore per una new entry, e non è poco. Se l’anno scorso la pandemia aveva obbligato anche il World’s 50 Best Restaurant Awards a una pausa, la classifica considerata gli Oscar del mondo della gastronomia quest’anno è tornata: i due ristoranti in cima alla lista sono entrambi a Copenaghen, mentre sono quattro gli italiani menzionati. Oltre a Lido 84, troviamo al diciottesimo posto il Piazza Duomo di Alba, il tre stelle Michelin guidato dallo chef Enrico Crippa, «Maestro caleidoscopico del vegetale», come ama definirsi. Scendendo di sette posizione si trova invece Le Calandre, a Rubano in provincia di Padova, dello chef Massimiliano Alajmo, erede di una stirpe di ristoratori, che, dopo che sua madre guadagnò la prima stella nel 1992, nel 2002 ottenne la terza a 28 anni, rendendolo lo chef più giovane di sempre a ottenere il riconoscimento. Ultimo ristorante italiano premiato è infine il Reale di Castel di Sangro, in Abruzzo, progetto dei fratelli Niko e Cristiana Romito, dal 2013 tre stelle Michelin e con una brigata, composta da da 14 tra ragazzi e ragazze di età compresa tra i 20 e i 30 anni.
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Nella top ten, come si diceva, spiccano l’oro e l’argento per la Danimarca e per Copenhagen nello specifico: al primo posto il celebre Noma dello chef René Redzepi, che vinse anche nel 2010, 2011, 2012 e 2014, seguito dal Geranium, concittadino del primo. Se al terzo posto troviamo Asador Etxebarri ad Axpe, non lontano da Bilbao, dove tutti i piatti, anche il dessert, sono grigliati alla fiamma; al quarto il Central di Lima, premiato come miglior ristornate in Sud America, dello chef Virgilio Martinez, protagonista anche di una puntata nella terza stagione della serie Netflix Chef’s Table. La Spagna e e la Svezia seguono con il Disfrutar di Barcellona e il Frantzén di Stoccolma mentre Il Maido di Lima sale di tre posizione dal 2019, arrivando al settimo posto. Gli ultimi tre posti dei primi dieci corrispondono anche a tre menzioni speciali: Odette di Singapore è il migliore ristorante dell’intera Asia, Pujol di città del Messico al nono posto è il miglior ristorante del Nord America mentre The Chairman di Hog Kong ha fatto il più grande balzo di posizioni dall’ultima classifica: dalla posizione 41 del 2019 alla numero 10. Il premio “Art of Hospitality” è andato allo Steirereck di Vienna, al dodicesimo posto, mentre il premio per la sostenibilità è stato assegnato al Boragó, a Santiago in Cile, che come riporta la Cnn ha una propria azienda agricola biodinamica e un focus sulla cucina iper locale. L’Ikoyi di Londra, invece, ha portato a casa il premio “One to Watch”, per via dei suoi «autentici sapori dell’Africa occidentale in un ambiente moderno ed elegante».