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A causa dell’overtourism in Giappone si stanno “esaurendo” le terme. Troppi turisti, l'acqua termale non basta, i livelli hanno raggiunto minimi da record: danni della turistificazione, capitolo ennesimo.
La nuova versione di ChatGPT è bravissima a generare immagini nello stile dello Studio Ghibli. Una nuova funzione che ha (prevedibilmente) conquistato internet: sono già migliaia le immagini ghiblizzate, tra foto, meme e scene di film.
Dopo Mahmoud Khalil, negli Usa hanno arrestato un’altra studentessa pro Palestina. Si chiama Rumeysa Ozturk ed è stata arrestata e incarcerata senza che nei suoi confronti ci sia nessuna accusa.
L’archivio personale di Joan Didion è stato aperto al pubblico. Lo si può visitare presso la New York Public Library: contiene interviste, sceneggiature, appunti, lettere e ricette.
Napster non lo usa più nessuno ma è stato comunque venduto per 200 milioni di dollari. A un'azienda che vuole trasformarlo in un "metaverso dedicato alla musica" in cui artisti e fan possono passare il tempo assieme.
Elon Musk è riuscito a far calare le vendite di Tesla in Europa del 58 per cento in due mesi. E anche sul mercato azionario l'azienda se la passa piuttosto male.
A Gaza ci sono delle proteste contro Hamas di una certa importanza. Le più grandi dall'inizio della guerra: centinaia di persone che chiedono la fine del conflitto, a qualsiasi costo.
La Commissione europea invita i cittadini ad avere sempre a disposizione cibo per sopravvivere almeno tre giorni. Lo fa in un documento ufficiale che verrà presentato oggi, in cui si spiega che è meglio farsi trovare pronti alla prossima crisi.

Bookforum dice che Crossroads è il miglior libro di Franzen

08 Settembre 2021

Non è una di quelle affermazioni che si fanno ogni volta che un grande autore pubblica un nuovo romanzo, infatti Frank Guan, su Bookforum, la celebre rivista letteraria americana, inizia la recensione dell’ultimo libro di Jonathan Franzen smontando quelli prima. All’inizio lo fa in maniera simpatica «Freedom (2010): buono ma non ottimo», «Purity (2015): pessimo». Argomenta che Franzen non piace perché, al pari di Donald Trump o Lena Dunham, rappresenta lo stereotipo della persona bianca nata nel privilegio che sembra predestinata a ricevere attenzione, per non parlare dei suoi «rimproveri irritanti (state lontani da Internet!), l’ossessione per gli uccelli e il suo atteggiamento da maestro. Per tutto questo, scrive il critico Guan, era destinato a essere letto soprattutto da chi lo aveva conosciuto nei suoi anni migliori, e cioè nel 2001 quando uscirono Le correzioni. Ma dopo Crossroads, in uscita il 5 ottobre per Farrar, Straus and GirouxEd, potrebbero iniziare a leggerlo in tanti. .

Ricordiamo che Crossroads, 592 pagine, è il primo romanzo della trilogia intitolata A Key To All Mythologies, che introduce i lettori alla storia della famiglia Hildebrandt della periferia di Chicago, composta dal padre Russ, pastore di una chiesa suburbana che deluso dal matrimonio e dalle sue speranze cristiane; la moglie Marion, che vorrebbe disseppellire un segreto del suo passato; i tre figli, il maggiore Clem, appena tornato dal college, Becky, la sorella di mezzo, ribelle, e il figlio più piccolo Perry, che ha un problema di tossicodipendenza. Il primo volume seguirà la famiglia nell’arco di un anno, il 1971.

Uno dei motivi principali che rendono Crossroads un capolavoro è secondo il critico di Bookforum il modo in cui parla dei giovani. Ci sono sempre stati nei romanzi di Franzen, ma ora occupano un posto speciale, parlano, hanno opinioni, e perfino i genitori vengono sempre raccontati da flashback che li ritraggono nella loro gioventù. Non critica più apertamente le tecnologie come la televisione: «ci ha fatto pace dopo che i suoi libri sono stati scelti dal club del libro di Oprah?», si chiede Guan), anche se, certo, il sesso e la droga rimangono delle forme di tentazione per i membri della famiglia dalle quali Franzen continua a mettere in guardia.

Lo definisce un libro religioso: «gli Hildebtandt non si definiscono solo a partire dalla loro relazione con gli altri, ma specialmente con Dio, che pregano, negano, odiano, pensano loro stessi di esserlo». Finalmente, scrive, «è diventato un artista la cui prima lingua, messa a confronto con la società dell’avidità, non è ideologica ma emotiva, le cui emozioni, infuse nei suoi personaggi, tendono più al dispiacere e alla compassione rispetto alla rabbia e al disprezzo di sé». Così Frank Guan conclude la sua recensione, nominando Crossroads a tutti gli effetti «il migliore romanzo e il più perfetto di Franzen, e quello più promettente: una fonte inesauribile per romanzi futuri, non solo il suo».

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