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Al Berghain c’è una mostra immersiva con le musiche di Arca

22 Luglio 2021

Resident Advisor chiama il Berghain Halle «l’altra metà non utilizzata del Berghain», dove si finisce quando il buttafuori ti guarda e dice che anche questa volta non puoi entrare nel club. In realtà come la sua metà più celebre ospita tanti eventi, concerti, esposizioni. Come la mostra che è possibile visitare ora fino al 26 settembre, dal titolo Berl-Berl, curata dall’artista Jakob Kudsk Steensen. Il nome rimanda alle origini della città di Berlino, in slavo “berl” significa “palude”, che si pensa fosse la parola usata per indicare la Spreewald (la foresta della Sprea), il territorio che circonda la capitale (anche Berlino prima del 13esimo secolo era completamente paludosa). Sui due piani della Halle il curatore ha sovrapposto varie immagini della palude fuori Berlino che aveva fatto in vacanza qualche anno prima (sono circa 2 mila per ogni angolazione) usando il metodo della fotogrammetria e poi sui pannelli a luci Led ha proiettato anfibi e muschi vari fatti di pixel. Doveva essere una mostra immersiva, serviva la musica, così in suo aiuto è accorsa Arca, la compositrice venezuelana.

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L’esibizione racconta di quell’ecosistema magico e oscuro della Spreewald, incentrato sui miti e leggende nella lingua soraba, quella cioè delle popolazioni precristiane che si sono insediate nella zona, spiega Autre. Per fare in modo che Berl-Berl ricreasse perfettamente lo spirito del tempo, Arca ha consultato gli archivi dei suoni del Museo di storia naturale e ha composto una colonna sonora fatta di vere registrazioni di paludi, respiri, versi di animali, aggiungendoci poi la sua voce: l’ha chiamato «un rituale cantato delle sensibilità del passato». Secondo il curatore, «quando sentiamo la registrazione di una rana di 70 anni fa, possiamo accorgerci che ha un suono diverso rispetto a quelle di adesso. Penso che si possa quasi “toccare” il tempo. Abbiamo accesso a impronte di cose del passato che possiamo sentire». L’intento di Berl-Berl è di «mostrarci visivamente quanto sia importante prendersi cura di quello che stiamo vivendo», scrive Dazed & Confused, prima che svanisca.

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