Abbiamo parlato del 41bis e dell’ergastolo ostativo con Valeria Verdolini, sociologa che insegna Politiche della sicurezza urbana all'Università degli Studi di Milano Bicocca.
La storia dell’influencer che ha finto di avere un tumore al cervello
Nel 2013, Belle Gibson aveva costruito la sua popolarità su Instagram raccontando di avere un tumore al cervello e di curare la sua malattia principalmente con uno stile di vita sano, basato su un rigido programma alimentare (niente alimenti di origine animale e niente carboidrati, ad esempio) che i suoi follower potevano seguire acquistando il suo libro o scaricando la sua app “The Whole Pantry”. L’influencer australiana, come racconta il documentario della Bbc The Great Insta Con, non era però malata e tutta la sua comunicazione era, neanche a dirlo, una vera e propria truffa. Nel settembre 2017, Gibson è stata infatti multata di 410mila dollari australiani (circa 272mila euro) dal governo per aver fuorviato i suoi follower sulla destinazione di cospicue somme, che sarebbero dovute andare in beneficenza, ed è stata dichiarata colpevole di cinque violazioni della legge sui consumatori.
Al contrario di Kathy Brandt e Kimberly Acquaviva (la cui storia vi abbiamo raccontato qui) che hanno voluto condividere sui social l’ultimo periodo di vita di Brandt, malata di cancro e morta nel 2019, per riscrivere il modo in cui parliamo online di morte e malattia, Gibson rientrava perfettamente nell’immagine patinata dell’influencer che lavora nel campo del “wellness”. Il suo feed era pieno di foto in cui appariva bellissima e in salute (come effettivamente era), qualità che lei attribuiva alla sua dieta e non certo alla medicina tradizionale. Come raccontano le testimonianze raccolte dalla Bbc, sono state molte le donne che negli anni sono cadute nella sua trappola: a differenza di Gibson, erano veramente malate e seguire il regime alimentare da lei professato come miracoloso le ha spesso portate ad aggravare le proprie condizioni di salute.