Abbiamo parlato del 41bis e dell’ergastolo ostativo con Valeria Verdolini, sociologa che insegna Politiche della sicurezza urbana all'Università degli Studi di Milano Bicocca.
Il Guardian ha scritto che Io sono un autarchico di Moretti è beckettiano
Era il 1976 e questo era il suo esordio nel cinema: 23 anni, dotato solo di una Super8 e di tanti amici che si sono reinventati attori. Nel film avrebbe già ostentato quell’equilibrio perfetto tra autobiografia, commento sociale e satira che caratterizzano ancora oggi le sue opere. Nanni Moretti, con il suo Io sono un Autarchico, è stato riscoperto di recente da MUBI, che ha inserito alcuni suoi capolavori nei cataloghi internazionali, tra cui quello inglese e francese. Così il primo film del regista italiano è arrivato sul Guardian, che lo ha recensito, intitolandolo «una satira di nicchia piena di battute».
L’autore Chris Wiegand avvicina i personaggi e l’ironia di Io sono un autarchico al teatro di Samuel Beckett: «sempre distratto, spesso sonnecchia nell’alone del fumo di sigarette, questi amici sono così immotivati nel loro spettacolo beckettiano come lo sono nel resto delle loro vite. Incombono all’orizzonte dei lavori seri, mentre passano le loro giornate a bere, a discutere di politica, a giocare a Subbuteo e a decidere quale film vedere dopo». L’articolo sottolinea spesso il paragone dell’italiano adulto che si fa mantenere ancora dai genitori (da qui l’ironia del titolo), l’idea che diventare autosufficiente sia il Godot che gli italiani aspettano tutta la vita. Evidenzia, però, l’effettiva realizzazione del film, il budget bassissimo, il lavoro di doppiaggio, come un’ipotesi che qualcuno prima o poi arriverà, al contrario di Godot.
Era la prima volta che Moretti compariva nell’alter-ego di Michele Apicella, che, insieme alla «sua varietà di battute: satira, humor fisico, scherzi visivi, frasi spiritose» ha dilettato molto il critico del Guardian. È da poco che MUBI sta riscoprendo i registi classici italiani (qualche mese fa aveva fatto una rassegna internazionale su Lina Wertmüller): chissà chi sarà il prossimo.