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Il 25 aprile Lucky Red riporta al cinema Porco rosso di Hayao Miyazaki Con delle proiezioni speciali per celebrare la Festa della Liberazione.
Google sta sviluppando un’intelligenza artificiale per parlare con i delfini Se tutto andrà secondo i piani, DolphinGemma ci aiuterà finalmente a capire cosa dicono e a comunicare con loro.
La Royal Philarmonic Concert Orchestra farà due concerti in cui suonerà la colonna sonora di Metal Gear Nella più prestigiosa delle cornici, anche: la Royal Albert Hall.
È uscito un libro con tutte le fotografie scattate da Corinne Day sul set del Giardino delle vergini suicide Pubblicato da Mack, è un'aggiunta indispensabile al kit di sopravvivenza di tutte le sad girl del mondo.
Un gruppo di giovanissimi miliardari sta organizzando delle gare di spermatozoi Il pubblico potrà seguire tutto in diretta streaming e anche scommettere sullo spermatozoo vincitore.
Jonathan Anderson è il nuovo Direttore creativo di Dior Men Debutterà a giugno, a Parigi, durante la settimana di moda maschile.
«Non siamo mai stati così vicini alla scoperta della vita su un altro pianeta» Lo ha detto il professor Nikku Madhusudhan, responsabile della ricerca dell'Università di Cambridge che ha trovato molecole compatibili con la vita sull'esopianeta K2-18b.
La locandina di Eddington, il nuovo film di Ari Aster, è un’opera d’arte, letteralmente Il regista presenterà il film in anteprima mondiale al prossimo Festival di Cannes, in programma dal 13 al 24 maggio.

Un anno senza News of the World

168 anni, finiti esattamente il 10 luglio 2011. Il discorso finale di Colin Myler, l'ultimo giorno da direttore

10 Luglio 2012

«Thank you and goodbye, dopo 168 anni salutiamo tristemente ma con orgoglio i nostri sette milioni e mezzo di lettori fedeli». A tutta pagina. E ancora, di fianco alla storica testata: «The world’s greatest newspaper, 1843-2011». Così andava in edicola per l’ultima volta, un anno fa esatto, il 10 luglio del 2011, News of the World, il più celebre tabloid britannico di tutti i tempi. Il motivo della chiusura improvvisa è noto: lo scandalo del phone hacking, l’inchiesta che accusava il settimanale super popolare di aver usato metodi illegali, manipolando, intercettando e ricattando a destra e manca per anni con lo scopo di creare scoop e incassare meschinamente il conseguente trionfo di popolarità ogni domenica in edicola. Tre giorni dopo, una commissione di inchiesta, la Leveson Enquiry, fu formata per fare chiarezza sui media britannici, alla luce di quanto successo. Cosa che effettivamente sta avvenendo, con una serie di pubbliche e spettacolari audizioni che si stanno susseguendo dal settembre scorso. Davanti a Lord Leveson, il giudice che comanda e ha dato il nome alle operazioni, è infatti passato letteralmente il gotha britannico del mondo politico (Blair e Cameron fra gli altri) e di quello giornalistico, in quello che per moltissimi rappresenta un vero e proprio processo pubblico in diretta – etico e deontologico prima che civile e penale – a un certo modo di intendere il giornalismo e la sua capacità di fare comunella con (e influenzare) quel potere di cui la stampa, sempre secondo il mantra dominante dei numerosi accusatori, dovrebbe essere invece il famoso cane da guardia. Un processo contro il presunto ménage tossico fra politici, media e forze dell’ordine con a capo il responsabile designato di tutti i mali sopra descritti: quel Rupert Murdoch che del News of the World è stato editore e proprietario dal 1969 alla chiusura.
Metodi molto discutibili, spesso censurabili. La punta di un iceberg da sciogliere definitivamente e al più presto secondo i numerosi accusatori; per gli accusati invece, solo mele marce o inconvenienti accidentali che nulla hanno a che vedere col successo, cristallino, di Murdoch e soci e dei suoi giornali.
Il futuro di News International, il braccio inglese dell’impero Murdoch scricchiola, e durante l’anno trascorso ha vissuto momenti drammatici; ma il magnate australiano sembra molto lontano dal voler cedere, cosa che molti si auspicavano.
Nell’attesa di capire come finirà, ricordiamo il momento in cui tutto ebbe inizio. Il discorso finale di Colin Myler, allora direttore del News of the World, alla redazione commossa e fiera.
In piedi sulla scrivania al centro del loft, maniche di camicia, cravatta carta da zucchero, bozze di prima pagina e righello in mano. «Non riesco a immaginare giorno peggiore per un giornalista se non quello di andare in redazione e comunicare ai suoi che il giornale cessa di uscire» era l’incipit di Myler fra lacrime, birre e video con gli smartphone della redazione. Come quello che segue. Epilogo di un giornale popolare ai tempi di youtube.

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