Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Coppola ha rimesso mano al Padrino – Parte III
Francis Ford Coppola rimette mano a uno dei suoi film più discussi. Trent’anni dopo esser stato denigrato dalla critica e snobbato dal pubblico, Il Padrino – Parte III verrà distribuito in un numero limitato di sale e in home video in una nuova versione “director’s cut”. La prima cosa che è cambiata è il titolo, Mario Puzo’s The Godfather Coda: The Death of Michael Corleone rende omaggio allo scrittore e co-sceneggiatore ripristinando quello scelto da entrambi e che fu invece cambiato dalla Paramount per richiamare il successo delle prime due pellicole. Coppola, oggi 81enne, ha fatto tagli un po’ ovunque per evidenziare la trama incentrata sui temi della mortalità e della redenzione. In Italia sarà disponibile dal 10 dicembre con Universal Pictures Home Entertainment in DVD e Bluray. “Coda”, il nuovo riadattamento del terzo capitolo, comincia in questa nuova versione con la scena in cui Al Pacino negozia un prestito multimilionario con la Banca Vaticana, mentre alla fine, anziché far morire l’anziano Padrino, il nuovo montaggio lo mostra vecchio ma vivo: «Quando i siciliani ti augurano “cent’anni”…significa “lunga vita”…E un siciliano non dimentica mai», si legge sullo schermo prima dei titoli di coda. Il nuovo finale lascia Michael Corleone in una sorte di “purgatorio” di sua totale creazione: «Lasciare Michael in vita è la vera tragedia», ha commentato Al Pacino.
I primi due film, del 1972 e 1974, si accaparrarono nove Oscar e quasi un miliardo di dollari di incassi. La “Parte Terza”, con sette nomination ma nessuna statuetta e un box office di 136 milioni, viene invece considerato un flop. Dopo le avventure non troppo redditizie di Cotton Club e il musical Un Sogno Lungo Un Giorno, Coppola avrebbe avuto bisogno di liquidi, assecondando la pressione di Paramount: «Avevo bisogno di soldi per uscire da una crisi in cui avevo perso quasi tutto», ha spiegato il regista al New York Times. «Non solo una delusione, ma un fallimento di proporzioni tali che spezza il cuore», furono le parole del Washington Post, ma non solo Coppola fu preso di mira. Le recensioni dell’epoca si concentrarono anche sulla performance amatoriale della figlia Sofia, scelta in corsa per il ruolo di Mary, la figlia di Michael, al posto di Wynona Ryder, che all’ultimo momento aveva dato forfait.