Intervista a Carlos Moreno, l'urbanista franco-colombiano che ha teorizzato il concetto di Human Smart City e la necessità di creare quartieri in cui tutto sia a portata di mano.
Dopo mesi di chiusura, il Berghain ha riaperto al pubblico
Ha riaperto il leggendario club, meta obbligata di praticamente chiunque passi qualche giorno a Berlino – compresa l’influencer Caroline Calloway, che ci era andata indossando una maglia della Corona (la birra) proprio il giorno prima che chiudesse a causa della pandemia. Il tempio della techno ammette l’ingresso a 50 persone per volta e, per ora, non permette di ballare.
Come ha spiegato Dazed & Confused, questa surreale situazione è enfatizzata dall’installazione di sound art del duo Tamtam – Sam Auinger e Hannes Strobl – che occuperà gli spazi anteriori dell’ex centrale termoelettrica (non quelli dove si balla normalmente), e si chiama Eleven Songs – Halle am Berghain. Si tratta di un paesaggio sonoro surreale che incorpora rumori della città, mormorii e il suono del passaggio di un elicottero. Per rispettare le linee guida sul distanziamento sociale, in mostra sono ammesse solo 50 persone alla volta (anche se, fortunatamente, i visitatori non devono preoccuparsi di essere ammessi all’interno, come accade di solito). Non sorprende che ci siano già code per entrare: la mostra dovrebbe terminare il 2 agosto ed è senz’altro un’occasione unica per vivere un’esperienza del Berghain inedita e spiazzante, nell’attesa che l’interno dell’edificio torni a brulicare di corpi sudati, poco vestiti e molto poco distanziati.