Intervista a Carlos Moreno, l'urbanista franco-colombiano che ha teorizzato il concetto di Human Smart City e la necessità di creare quartieri in cui tutto sia a portata di mano.
Google farà lavorare da casa i suoi dipendenti almeno fino a luglio 2021
Google farà lavorare da casa i suoi dipendenti almeno fino al luglio 2021: è la più grande azienda tecnologica a impegnarsi così a lungo termine dopo la pandemia di Coronavirus. L’amministratore delegato della società madre Alphabet Inc, Sundar Pichai, ha preso la decisione la scorsa settimana dopo il dibattito tra un gruppo interno di alti dirigenti che presiede. Secondo quanto riportato dal Guardian, Google aveva precedentemente affermato che avrebbe iniziato a riaprire più uffici a livello globale già nel giugno di quest’anno, ma anche che la maggior parte dei dipendenti di Google avrebbe probabilmente lavorato da casa fino alla fine del 2020. Google non è l’unica grande azienda tecnologica ad aver optato per lo smart working: lo scorso maggio, ad esempio, Twitter ha annunciato che avrebbe permesso ai dipendenti che lo desideravano di lavorare da casa “per sempre” e Facebook ha affermato che si aspetta che almeno la metà dei suoi dipendenti lavorerà in remoto per i prossimi 5-10 anni.
Come sottolinea Kari Paul sul Guardian, queste decisioni imprimono una significativa deviazione non solo sulla vita dei dipendenti, ma anche sull’esistenza dei super campus ipertecnologici sorti dopo il boom tecnologico dell’ultimo decennio. Googleplex, il quartier generale di Google a Mountain View, nella contena di Santa Clara, ad esempio, si estende su una superficie di 110mila metri quadrati (con all’interno un parco pubblico di 20mila metri quadrati) e comprende numerosi servizi e luoghi di ritrovo come ad esempio ambulatori medici, ristoranti, bar, campi da gioco, una piscina e una sauna. I dipendenti venivano trasportati da San Francisco al campus di South Bay con autobus privati.
Per anni Google ha suscitato polemiche sul suo ruolo nella gentrificazione dell’area, che ora potrebbe di nuovo subire un cambiamento radicale. Un sondaggio di migliaia di lavoratori del settore pubblicato a maggio ha rilevato che due su tre impiegati nella Bay Area prenderebbero in considerazione l’idea di allontanarsi se gli fosse data l’opportunità di lavorare a distanza indefinitamente. Un potenziale esodo di lavoratori tecnologici della Bay Area influenzerebbe anche i prezzi degli affitti che sono in costante aumento da anni, alimentati dal boom tecnologico. L’affitto medio per un appartamento con una camera da letto a San Francisco è sceso dell’11,8 per cento su base annua a giugno, dopo un calo del 9 per cento su base annua a maggio.