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La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Il creatore di Dilbert sbrocca online

02 Maggio 2011

Fino a un mese fa, se chiedevi a qualcuno chi era Scott Adams, ti potevi sentir rispondere «un fumettista ricco e famoso», oppure «quello che ha inventato Dilbert», al massimo «…ho letto che aveva dei problemi di salute fisica». Oggi è Scott Adams, lo psicopatico.

In breve: Adams si era fabbricato un alias – “PlannedChaos” – il cui scopo era parlare bene di se stesso online. La pratica si chiama sockpuppeting, i più abili la usano non per darsi pacche sulla spalla, ma per attaccarsi da soli e fare pena/simpatia agli altri. Adams aveva scelto la prima opzione. E non usava quella maschera anche per chiacchierare a ruota libera, senza dover aprire ogni porta dicendo «salve, sono il creatore di Dilbert»: lui la usava soltanto per scrivere «Scott Adams è un genio e voi siete tutti invidiosi o troppo scemi per capirlo». (Screenshot, prego.)

Una volta preso in fallo, dopo circa un anno dalla nascita di “PlannedChaos”, ovviamente Adams non ha detto «ho fatto una cazzata, andiamo avanti»: ha detto, SONO STATO COSTRETTO A FARLO PERCHE’ GLI INTERNETS NON SONO  DAVVERO DEMOCRATICI. Notate che l’uomo in questione ha un blog molto visitato, aggiornato spesso, e che se voleva parlare di sé – o spiegare la sua posizione su un argomento – aveva già il posto migliore per farlo. Poi, certo, su quel blog scrive cose come «la società tratta le donne diversamente per lo stesso motivo per cui tratta diversamente gli handicappati o i bambini piccoli: perché così la vita è più semplice per tutti». Roba che Michael Scott a confronto è Susanna Agnelli, però almeno si assume la paternità di quello che pensa. Mentre qui la sua giustificazione è, «se difendo me stesso dicendo sono io non ho credibilità». Che sia l’estremo tentativo di razionalizzare un comportamento insano, lo può testimoniare il fatto che l’alias pestifero non entrava in scena sui siti dedicati al fumetto, ma su Metafilter e su Reddit, quest’ultimo patria di conversazioni quali Ho scopato la figlia di Bob Geldof, ecco le foto. E se Adams non è il primo artista a combinare un pasticcio simile (la lista è lunga, compresi gli scrittori che si auto-incensano su Amazon), forse è il più testardo a difendere la bontà del proprio operato. Come se un giorno avesse deciso di cancellare la sua vera identità, per assumere quella di nuovo re dei troll.

Capita sempre più spesso, a persone che non sono trattenute e infelici come il narratore di Fight Club, ma tracciano una perfetta equivalenza tra “maschio, bianco, over-40, benestante, autorevole” e “oh no, la società mi obbliga a reprimere il mio vero io”. È la prova (se ce n’era bisogno) che nessuno può mai dirsi al riparo da un episodio alla Charlie Sheen. La sbroccata trionfale dopo di cui tutti ti guardano e ti segnano a dito e dicono WHAAAAT, e non perché tu sia finito tuo malgrado sotto i riflettori, ma perché hai rovesciato il contenuto del tuo soggiorno in strada, e hai telefonato alla CNN, e stai continuando a telefonare, e stai continuando a buttare mobili in strada. Mi dicono che Warren Ellis usava intervenire nei forum dove si parla del suo lavoro, e che a ogni critica rispondeva «adesso vengo lì e ti brucio la casa». Un mese fa pensavo ma Warren Ellis, c’hai quarant’anni, perché vai a litigare sui forum; adesso Warren Ellis sta cominciando a sembrarmi l’adulto responsabile, qui. Tocco finale: visto che il portale Gawker ha seguito la storia con particolare voluttà, Scott Adams paragona Gawker ai nazisti. Ecco, ci mancava giusto Hitler. Questo sì che è trolling di livello – pardon, «coraggiosa difesa della libertà di opinione». Ne prendo due, grazie.

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