Intervista a Carlos Moreno, l'urbanista franco-colombiano che ha teorizzato il concetto di Human Smart City e la necessità di creare quartieri in cui tutto sia a portata di mano.
Perché i lama potrebbero essere utili nella lotta al Coronavirus
Che i lama potessero offrire una consolazione virtuale all’isolamento causato dall’emergenza Coronavirus lo aveva intuito anche uno zoo della California, che aveva offerto la possibilità di fare videochiamate su Zoom con i suoi teneri ospiti in quarantena. Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Cell, però, ipotizza che gli animali potrebbe essere utili nella lotta al virus in una maniera ancora più concreta.
Come riporta il New York Times, infatti, un gruppo di ricercatori belgi ha scelto dei lama, tra cui Winter, che ha quattro anni, per partecipare a una serie di studi sui virus che coinvolgono sia la SARS che la MERS. Hanno scoperto che gli anticorpi dei lama hanno respinto quelle infezioni, ipotizzando così che quegli stessi anticorpi potrebbero essere utili anche per neutralizzare il nuovo virus che causa Covid-19. Non è la prima volta che gli scienziati si rivolgono ai lama per la ricerca sugli anticorpi: nell’ultimo decennio, anticorpi dei lama sono stati usati per le ricerche sull’Hiv e sull’influenza, trovando terapie promettenti per entrambi i virus. «Gli esseri umani producono un solo tipo di anticorpo, costituito da due tipi di catene proteiche – pesanti e leggere – che insieme formano una forma a Y. Le proteine della catena pesante coprono l’intera Y, mentre le proteine della catena leggera toccano solo le braccia della Y. I lama, invece, producono due tipi di anticorpi. Uno di questi anticorpi è simile per dimensioni e costituzione agli anticorpi umani. Ma l’altro è molto più piccolo; è solo circa il 25 per cento delle dimensioni degli anticorpi umani. L’anticorpo del lama forma ancora una Y, ma le sue braccia sono molto più corte perché non ha proteine della catena leggera».
Proprio gli anticorpi più piccoli possono agire sulle proteine che consentono ai virus di penetrare nelle cellule ospiti e infettarci più facilmente rispetto agli anticorpi umani, rendendoli più efficaci nel neutralizzarli. Questo tipo di anticorpo è una caratteristica genetica condivisa con tutti i camelidi, la famiglia dei mammiferi che comprende anche alpaca, guanaco e dromedari, e sono più facilmente manipolabili rispetto a quelli di altri animali che pure li possiedono, come gli squali. I ricercatori sperano che lo studio degli anticorpi dei lama possa eventualmente essere usato come trattamento profilattico, da iniettare a chi non è ancora stato infettato per proteggerlo dal virus, come ad esempio gli operatori sanitari. Avvisano però che la protezione del trattamento sarebbe temporanea e che i suoi effetti non sarebbero permanenti: senza iniezioni aggiuntive durerebbe uno o due mesi. Se la sperimentazione dovesse rivelarsi di successo, «dovremmo tutti fare una statua a Winter», ha detto uno di loro.