Lucky Red, distributore italiano del film, ha deciso di riportarlo in sala in occasione della Festa della Liberazione.
I piatti preferiti dei dittatori, in un nuovo libro
Vi siete mai chiesti come e cosa mangiavano ogni giorno Fidel Castro, Saddam Hussein, Pol Pot, Idi Amin, Enver Hoxha? Il giornalista polacco Witold Szablowski sì, e la risposta a questa domanda è nel suo nuovo libro How to Feed a Dictator, nel quale ha raccolto i ricordi degli chef che hanno cucinato per questi cinque uomini, e parlando con loro, ha costruito dei ritratti intimi di come si comportavano a tavola. Proprio come i dittatori per cui preparavano i pasti, gli chef erano personaggi complessi, ha raccontato Szablowski a Npr: «Non sono persone facili, perché il loro non è stato un lavoro facile». Il loro, infatti, spiega il giornalista nell’intervista, era un ruolo delicatissimo: sono tra i pochi che avrebbero potuto avvelenare il dittatore e che vivevano a stretto contatto con lui, correndo continuamente grossi rischi.
Il più difficile da rintracciare, ha raccontato l’autore dell’acclamato Dancing Bears, è stato lo chef di Saddam Hussein, Abu Ali. Era l’unico che non voleva proprio parlare: «era terrorizzato, nascondersi faceva ormai parte del suo Dna». Saddam Hussein era noto per trattare molto bene il suo personale e Ali riceveva molti doni: orologi d’oro e vestiti nuovi. Come in Dancing Bears, che parte dalla storia degli orsi ballerini addestrati dagli zingari bulgari e liberati in una riserva dopo la caduta del comunismo – gli animali continuavano ad alzarsi su due piedi e a ballare quando vedevano un essere umano – per arrivare a parlare delle persone che a Cuba o nei paesi dell’Europa dell’Est vivono nel rimpianto della “cattività” (gli orsi ballerini, quindi, funzionano anche come metafora), in questo nuovo libro il giornalista racconta di cibo e ricette per esplorare il confine tra ciò che è umano e disumano ed entrare nella vita quotidiana di individui che hanno cambiato la Storia dell’umanità, in peggio.

Subito dopo la vittoria dell'Akatugawa Prize, il Premio Strega giapponese, la giovane autrice Rie Qudan ha detto di essersi fatta aiutare dall'AI per scrivere il romanzo. E di essersi trovata benissimo.