Una conversazione libera tra due Millennial su matrimonio gay, diritti acquisiti e diritti da conquistare, vite da privilegiati e vittimismo social, militanze vecchie e nuove e prospettive per il futuro.
Le migliori scuse da inventare per evitare chiamate e videocall
Durante la pandemia, videochiamate e videoconferenze sono diventate una fonte cruciale di connessione sociale. All’inizio indispensabili, o divertenti, lentamente sono diventate – ammettiamolo – motivo di fastidio. Così che, mentre chi ha sempre annullato i propri impegni all’ultimo ha continuato a farlo senza porsi troppi problemi, anche virtualmente, anche gli altri hanno iniziato a rimandare i propri appuntamenti digitali, che sia con un’amica o con un gruppo di colleghi. Per questo l’Atlantic ha riflettuto sulle nuove “bugie bianche”, quelle innocue, che le persone stanno iniziando a usare per sottrarsi a una videochiamata.
«Scusate, ma devo preparare il pranzo», «oddio scusami, ma è appena iniziato un film che volevo vedere», sono solo due delle piccole scuse che Heather Jovanovic, una studentessa universitaria di 25 anni che si trova in quarantena fuori Toronto ha raccontato ai suoi amici. «Scusate ho la batteria scarica, fatemi sapere cosa vi siete detti». Perché anche in momento in cui le persone sono state private della loro interazione sociale, l’accumulo di telefonate, di aperitivi su FaceTime e delle conferenze su Zoom possono essere estenuanti, «e tra smart working, bambini, faccende domestiche, molte delle persone attualmente chiuse in casa hanno ampie scuse per continuare a non socializzare», ha spiegato Robert Feldman, professore di psicologia all’Università del Massachusetts. «Un fenomeno che sta capitando a tutti, a ogni latitudine»
Secondo Feldman, le scuse che le persone forniscono per saltare o ridurre i loro “incontri social” spesso danno la colpa a una forza esterna, come bambini o animali domestici che devono essere portati fuori. «È un modo per far capire che non è proprio colpa nostra, ci decolpevolizza». E poi «mi sta bruciando il caffè«, «ho una chiamata di mio padre in arrivo». Anche se la migliore, resta la tattica che il travel blogger Gary Leff ha appreso da un paio di amici: «Quando volevano terminare terminare la chiamata, si bloccavano per un momento il viso e il corpo, o iniziavano a muoversi a scatti, per far sembrare che il loro Wi-Fi si fosse interrotto, e poi con molta attenzione, fuori dalla fotocamera, schiacciavano l’icona per chiudere».